UniFi e la stanza del silenzio, l’imam: “Ancora una volta Firenze si dimostra città dell’ascolto”

La richiesta fu avanzata proprio nell’aula magna del rettorato, il primo febbraio scorso, durante un incontro promosso da UniFi dal titolo ‘Le comunità religiose dialogano con gli studenti’

Izzedin Elzir, iman di Firenze (New Press Photo)

Izzedin Elzir, iman di Firenze (New Press Photo)

Firenze, 8 aprile 2024 - “Non avevo dubbi riguardo al fatto che l’Università di Firenze avrebbe dato seguito alla nostra richiesta”. È molto felice l’imam Izzedin Elzir riguardo alla creazione, al Polo di Novoli, di una ‘stanza del silenzio’, uno spazio dedicato alla preghiera, al raccoglimento, alla meditazione.

Questa richiesta fu avanzata proprio nell’aula magna del rettorato, il primo febbraio scorso, durante un incontro promosso da UniFi dal titolo ‘Le comunità religiose dialogano con gli studenti’. Oltre all’imam, parteciparono padre Bernardo Gianni, abate di San Miniato al Monte, e Gad Piperno, rabbino capo di Firenze.

“Chiediamo una stanza all’interno dell’Ateneo per consentire sia agli studenti musulmani che agli studenti ebrei di poter pregare, visto che oggi alcuni di loro si ritrovano a farlo in un sottoscala”, era stato l’invito lanciato ad una sola voce.

E l’Ateneo si è subito messo in moto, tanto che prima dell’inizio dell’estate ci sarà il taglio del nastro di questo spazio di meditazione, fortemente voluto dalla rettrice Alessandra Petrucci.

“Tutta la storia di Firenze è improntata all’ascolto. Questa città, e con lei tutte le istituzioni che la compongono, come l’Università, ha sempre considerato la diversità una ricchezza - osserva l’imam -. Siamo contenti che l’invito che avevamo lanciato sia stato prontamente raccolto. Un segnale molto positivo. Ero molto fiducioso su questo ed i fatti mi hanno dato ragione. Anche a scuola da parte di tutti gli insegnanti c’è una grande sensibilità nei confronti degli studenti musulmani, specialmente durante il periodo del Ramadan”.

“L’Università dev’essere il luogo dove potersi confrontare liberamente, nel rispetto delle posizioni e dei percorsi altrui – spiega la rettrice –. L’idea di aprire la stanza del silenzio vuole rafforzare questo principio nel segno dell’integrazione tra le tante anime che sono presenti anche nella nostra comunità. In un anno così importante per la storia del nostro Ateneo, che matura sempre più una vocazione internazionale, credo che occorra ribadire lo sforzo incessante verso la conoscenza reciproca per il perseguimento della convivenza pacifica”.

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