MANUELA PLASTINA
Cronaca

Una donna a capo dei caschi rossi Cesario: "La gentilezza è la mia forza"

A Firenze non era mai accaduto che il gentil sesso arrivasse al vertice del corpo dei vigili del fuoco "All’inizio c’è un po’ di diffidenza, è un lavoro faticoso, ma poi ci si conosce e si creano rapporti positivi".

Una donna a capo dei caschi rossi Cesario: "La gentilezza è la mia forza"

di Manuela Plastina

Dai primi di dicembre, l’ingegner Marisa Cesario è la comandante dei vigili del fuoco. La prima donna a rivestire questo ruolo a Firenze, in un corpo che è in vasta percentuale maschile.

Comandante Cesario, come è arrivata ai vigili del fuoco?

"Per caso: non avevo parenti che facessero questo mestiere. Ho scoperto che c’era un concorso, aperto per la prima volta anche alle donne, e che i funzionari tecnici devono essere laureati in ingegneria. Solo dopo qualche anno sono stati ammessi anche gli architetti, tra cui il mio predecessore Gennaro Tornatore. Mi sono incuriosita, ho fatto e vinto il concorso, poi il corso a Roma, ma non pensavo sinceramente sarei rimasta". Poi cosa è successo?

"Ho scoperto il mondo dei vigili del fuoco, fatto di prevenzione, ma anche di tanta operatività. E me ne sono innamorata. I primi anni vissuti a Genova, dove ho dovuto affrontare di tutto, sono stati fondamentali per decidere di proseguire su questa strada". Come è stato accolto il suo arrivo a Firenze?

"Con grande curiosità, in quanto prima donna comandante. Ma era accaduto la stessa cosa in ogni luogo in cui sono andata dal primo incarico di comando nel 2006. Como, Cosenza, Taranto, Modena e Bari: ovunque sono stata la prima. La curiosità mista a un’iniziale diffidenza per una donna che guida un corpo composto per lo più da uomini è sempre tanta. Ma poi si trasforma e si creano dei rapporti positivi".

Qual è la percentuale di donne tra i vigili del fuoco?

"Molto bassa: è un lavoro faticoso, che richiede tanta forza, disponibilità di orari, sacrifici. Il corso di formazione è durissimo e non fa sconti di genere. Ma le cose possono cambiare: pensare che quando mi sono laureata io a ingegneria eravamo 3 su 300 iscritti. Ora le donne rappresentano il 30% degli ingegneri".

Tra i volontari ci sono percentuali femminili maggiori?

"No, perché devono comunque fare la stessa dura formazione. Nell’area fiorentina, dove ci sono solo due distaccamenti, sono pochissime. A Calenzano, dove sono stata pochi giorni fa, solo una. I volontari per noi sono una risorsa preziosissima: si dedicano con grande spirito e dedizione".

Qual è l’apporto che una donna può dare ai vigili del fuoco? "Uno dei complimenti più belli che ho ricevuto è arrivato da un capoturno. Mi ha ringraziato "perché ci ha ingentilito". L’ambiente di caserma e in generale quello maschile, alla presenza di un comandante donna porta a porsi in maniera diversa, a un linguaggio che cambia e anche i pompieri più duri modificano l’atteggiamento. Si può comandare bene anche con gentilezza".

Il corpo dei vigili del fuoco è molto amato dalla popolazione...

"Abbiamo l’87% di gradimento. Un affetto nazionale e internazionale che ci meritiamo: siamo vicini a tutti, aiutiamo nella quotidianità, dal gattino da salvare all’aprire la porta di casa, fino alle grandi calamità, passando ovviamente per gli incendi. Siamo a disposizione della gente. Questo viene sentito e apprezzato. Ma è anche una grande responsabilità che dobbiamo meritarci ogni giorno".

Cosa vuol dare a Firenze?

"Vorrei lasciare un’impronta al femminile".