EVA DESIDERIO
Cronaca

Una città in passerella Emozioni al Museo della Moda e del Costume

Nelle dodici sale della Meridiana a Palazzo Pitti la grande mostra-evento su Germana Marucelli, la pioniera fiorentina che inventò il Made in Italy .

Una città in passerella Emozioni al Museo della Moda e del Costume

di Eva Desiderio

Firenze torna protagonista della cultura della moda, e alla grande, con la riapertura del Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti, l’unico in Italia e statale, che ospita da oggi al 24 settembre nelle sale della Meridiana una mostra preziosa e interessantissima come quella che si intitola "Germana Marucelli, la pioniera che inventò il Made in Italy", fortemente voluta dal direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, dalla direttrice del Museo Vanessa Gavioli, e dalla studiosa e curatrice dell’esposizione Silvia Casagrande. Dodici sale della Meridiana invase da una alta moda che ha debuttato nel 1952 alla Sala Bianca per i fashion show di Giovan Battista Giorgini con questa creativa fiorentina (nata a Settignano nel 1905 e morta a Milano nel 1983) che ha segnato una pagina importantissima dei rapporti tra moda e arte.

Fernanda Pivano infatti la chiamava la "sarta intellettuale" per i rapporti di amicizia e stima che la Marucelli ha avuto con gli artisti del dopogurra e per quel salotto letterario dove si ritrovavano Eugenio Montale e Giuseppe Ungaretti, Eduardo De Filippo e Alfonso Gatto. Una innovatrice e una donna unica perché libera come la tratteggia il costumista candidato all’Oscar e collezionista di abiti favolosi Massimo Cantini Parrini, una donna coraggiosa come la ricorda con commozione il figlio Carlo Calza Marucelli in un intervento pieno di memorie e cuore. Con Germana Marucelli la moda italiana, che negli anni Cinquanta e Sessanta era solo alta moda, ha preso il volo, con determinazione tracciando quello stile fiorentino che è entrato nel mito. La donna al centro degli interessi della creativa, non come creatura che vuole apparire ma come persona che vuole essere se stessa. Una rivoluzione.

Sono commossi Alberto Scaccioni, segretario generale del Centro di Firenze per la Moda Italiana, nipote della stilista che ricorda tante vacanze felici passate in campagna e Mario Luca Giusti, imprenditore famoso per i suoi cristalli sintetici, che nell’atelier milanese ha fatto uno stage a metà anni ’70 e ha prestato per l’esposizione un abito meraviglioso e siderale per modernità appartenuto a sua madre, Susanna Giusti Peterich della collezione Alluminio. La mostra si snoda con un percorso a ritroso dagli anni Ottanta fino al dopoguerra. Un’intuizione felice della direttrice Gavioli e della curatrice Casagrande perché permette la sorpresa e la delicatezza di una creatività fervida e coerente. Interessantissimi i cappotti di stuoia della linea Fraticello, i ricami degli abiti da sera della linea Totem, la cappa nera del Vescovo, la sottoveste sexy creata per la direttrice della Galleria d’Arte Moderna di Roma Palma Bucarelli. Infine un abito da sera di seta verde acqua che si chiama Crisalide e che è pura poesia.