Un voto da Guelfi e Ghibellini nel paese più toscano che c’è

Litigi, rotture e ribaltoni: cinque anni dove è successo di tutto

Non può certo bastare l’antico adagio Nemo propheta in patria – qui (l’allora) Pd di Matteo Renzi nel 2017 fu strapazzato dal civico secessionista Daniele Lorenzini, medico del paese – per spiegare quanto in Toscana si trovi il verso di litigare sempre e comunque e su tutto lo scibile umano. In questo senso Rignano sull’Arno, con il voto di questa tornata, può aggiudicarsi la palma virtuale di paese più toscano fra i toscani.

Partiamo dalla fine. Il nuovo sindaco ha il volto gentile ma risoluto di Giacomo Certosi, agronomo di 44 anni, che ama citare Nelson Mandela. Torniamo ora al 2017. Il sindaco uscente è appunto Lorenzini. Viene da sinistra ed è un renziano della prima ora, ma con l’ex presidente del Consiglio (e al tempo segretario nazionale dei dem) ha rotto, e ha rotto pure con babbo Tiziano segreario (autosospeso) del circolo locale e allora corre alla tornata elettorale con “Insieme per Rignano“, sbaraglia tutti gli avversari diventando ’rottamatore’ dell’ex ’rottamatore’ della Leopolda. Lorenzini inizia quindi il secondo mandato e nella squadra chi ha? Certosi. Esatto, proprio il nuovo sindaco che nel 2019 lascia però il ruolo di assessore e più tardi anche il gruppo di Lorenzini ("L’idea di civismo in cui credo è lontana dall’esempio che sta dando").

Il neosindaco si piazza così all’opposizione con quel gruppo misto che lo sosterrà anche in queste elezioni. Ricapitolando il nuovo sindaco è il “ribelle del rottamatore dell’ex rottamatore“ che comunque ha riportato sulla poltrona più importante proprio quel Pd che era stato causa della rottura originaria lasciando le briciole alla candidata lorenziniana Dominga Guerri. Nel frattempo, ben si sa, Matteo Renzi ha una creatura tutta sua, Italia Viva che alle elezioni ha appoggiato la lista a sostegno di Rossano Degl’Innocenti finito poco sopra l’8%. Non certo un trionfo ma cosa dicevamo all’inizio dei profeti in patria?

Postilla: Rignano è stata anche teatro del polverone suscitato dal candidato di centrodestra Miche Matrone (anche lui impantantanato sotto il 10%) per le frasi sessessiste rivolte alla Guerri. "Come si può pensare che una donna che va con il tacco 12 in un cantiere possa capirci qualcosa?".

Emanuele Baldi

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