Un pozzo asciugherà la terra sotto la Fi-Pi-Li Via l’acqua per evitare nuove frane in futuro

Gli annosi problemi legati agli smottamenti della supestrada verso una soluzione definitiva. Piano di interventi della Metrocittà per i prossimi mesi

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di Lisa Ciardi

Un pozzo e vari canali per intercettare le acque a monte della Fi-Pi-Li ed evitare che continuino a ripetersi frane e smottamenti.

Vanno in questa direzione gli interventi che la Città Metropolitana di Firenze sta progettando e che metterà in atto nei prossimi mesi, dopo la conclusione dei lavori urgenti (già avvenuta), la riapertura della locale via di Carcheri e il completamento di ulteriori verifiche sull’assetto idrogeologico della zona.

Insomma il "nodo acqua", per anni evidenziato solo dai cittadini della zona, che avevano visto nascere la superstrada in una zona ricchissima di torrenti e rigagnoli, diventa sempre più centrale per il futuro dell’arteria, nel tratto travagliatissimo fra Ginestra Fiorentina e Lastra a Signa.

"La seconda parte del progetto prevede la regimazione delle acque a monte della Fi-Pi-Li – spiega Angela Bagni, che oltre a essere sindaco di Lastra a Signa è anche consigliera della Città Metropolitana di Firenze con delega a questo tratto di strada –. In pratica, in base al piano dell’architetto Riccardo Maurri, si andrà ad agire sulle colline e nella zona del distributore di benzina Q8, creando dei collettori per raccogliere l’acqua e per evitare che finisca sotto la Fi-Pi-Li. Oltre a un sistema di raccolta – prosegue – nascerà anche un pozzo, che servirà a contenere l’acqua stessa e a monitorare la situazione".

Ma quando verrà effettuato l’intervento? "Al momento si sono conclusi i lavori urgenti di messa in sicurezza del tratto franato a gennaio – spiega – e sono stati immediatamente sistemati gli avvallamenti apparsi sull’asfalto, rendendo la Fi-Pi-Li pienamente percorribile. A questo punto ho chiesto che fosse data priorità alla riapertura di via di Carcheri, la strada collinare sulla quale franò, proprio a gennaio, una lastra di cemento della scarpata della Fi-Pi-Li. Un intervento che può sembrare minore, ma che serve a eliminare disagi enormi per gli abitanti delle colline. Subito dopo inizieranno i lavori per la regimazione delle acque". Come spiegato ieri al nostro giornale anche dal consigliere Massimo Fratini, capogruppo del Pd in Città Metropolitana, la Fi-Pi-Li fu costruita a suo tempo senza prestare particolare attenzione alla regimentazione delle acque, ovvero a raccogliere e indirizzare correttamente, in canali e condotte, la pioggia e i flussi provenienti dalle colline.

A detta dei residenti della zona, che questa tesi l’hanno sostenuta anche in passato, quando non c’erano conferme ufficiali di alcun tipo, la campagna venne semplicemente tagliata in due dalla superstrada, cancellando d’un colpo i vari ruscelletti che davano il nome a via delle Fonti (la strada parallela alla Fi-Pi-Li si chiama ancora così).

Da allora (i primi cantieri della Fi-Pi-Li risalgono agli anni ’70) di quei rivoli si sono perse le tracce. Ma è evidente che in qualche modo l’acqua è riuscita a scavare e a ricavarsi dei percorsi sotto la superstrada, visto che continua ad alimentare un laghetto presente a valle dell’arteria, proprio in prossimità della frana avvenuta a gennaio. Anche gli accertamenti sull’ultimo avvallamento, apparso pochi giorni fa e subito eliminato, hanno evidenziato come il terreno fosse stato eroso dall’acqua che, dopo aver scavato un proprio percorso, usciva direttamente da un giunto.

Ora, finalmente, si porrà porre rimedio a quanto fatto cinquant’anni fa. Ma i problemi sono anche altri, a partire dal traffico eccezionale che attraversa ogni giorno l’arteria. Un flusso che, come ha detto sempre il consigliere Fratini, "non ha pari neppure nei tratti autostradali" che pure possono contare su dimensioni e dotazioni di sicurezza ben diverse.

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