REDAZIONE FIRENZE

Un giardino dei Giusti a due passi dall’Enriques

Il primo albero è stato piantato ieri ed è dedicato a Giorgio Perlasca, che nel ’44 salvò dalla morte diverse donne ebree ungheresi

Un albero all’anno per ogni uomo che ha scelto il bene. Il primo a trovare dimora nel Giardino dei Giusti dell’Umanità, inaugurato ieri negli spazi esterni dell’istituto superiore "Enriques" di Castelfiorentino, è quello dedicato alla figura di Giorgio Perlasca, che nel 1944, nel corso della seconda guerra mondiale, fingendosi console generale spagnolo, salvò la vita di oltre cinquemila ebrei ungheresi, strappandoli alla deportazione nazista e alla Shoah. Alla sua memoria è stato piantato un albero di carrubo, germogliato da semi provenienti direttamente dal Giardino dei Giusti di Gerusalemme.

Poco più in là sta crescendo un’altra pianta ‘gemella’, di cui si stanno prendendo cura gli studenti dell’istituto valdelsano in attesa che possa essere donata a un’altra scuola per la nascita di un altro Giardino dei Giusti dell’Umanità. "Questo evento – spiega la dirigente Barbara Degl’Innocenti – è il primo step di una programmazione didattica sotto forma di un laboratorio permanente della Cultura della Memoria per gli studenti del nostro istituto e anche per quelli degli istituti comprensivi vicini. Saranno gli stessi studenti, attraverso un concorso di idee, a individuare altre figure che entreranno a far parte del giardino". Il taglio del nastro è stato preceduto da una serie di interventi e testimonianze, tra cui quello della senatrice a vita Liliana Segre e del figlio di Giorgio Perlasca, Franco. "Mio padre - ha detto nel suo video messaggio - non è stato un eroe, ma un giusto. Il giusto è un eroe a tempo. Nel senso che fa quello deve essere fatto per quel periodo necessario, poi torna alle sue cose, con umiltà e senza clamore. La storia di mio padre, che altrimenti sarebbe andata persa, è stata raccontata da alcune donne ebree ungheresi da lui salvate. Queste donne, a fine degli anni ’80, misero sul giornale della Comunità ebraica di Budapest un avviso di ricerca di un diplomatico spagnolo, Jorge Perlasca, che aveva salvato loro e tanti altri durante quei mesi terribili della persecuzione nazista a Budapest e alla fine della ricerca ritrovarono un italiano di nome Giorgio Perlasca".

Irene Puccioni