MANUELA PLASTINA
Cronaca

Dal prestigio all’abbandono. I tanti volti di Villa Larderel

Da anni ormai Villa Larderel a Pozzolatico, nel Comune di Impruneta, attende una nuova vita. Era andata all’asta un anno...

Da anni ormai Villa Larderel a Pozzolatico, nel Comune di Impruneta, attende una nuova vita. Era andata all’asta un anno...

Da anni ormai Villa Larderel a Pozzolatico, nel Comune di Impruneta, attende una nuova vita. Era andata all’asta un anno...

Da anni ormai Villa Larderel a Pozzolatico, nel Comune di Impruneta, attende una nuova vita. Era andata all’asta un anno fa, ma senza ottenere risultati. Eppure la sua storia e la sua bellezza purtroppo sfumata dal tempo e dalle sorti infauste meriterebbero nuovi fasti. Attualmente è di proprietà della società del ministero dell’Economia Invimit che acquistò il prestigioso complesso immobiliare nel 2017 per 9,13 milioni di euro. Il complesso è di 81.800 metri quadrati, di cui 11.800 di interni e un imponente parco secolare di 7 ettari con una piscina interrata da 25 metri, un laghetto artificiale e uno chalet in stile di montagna.

La facciata è neoclassica, con una grande torre centrale che incornicia un grande orologio, uno stemma a rilievo e un busto in nicchia. La costruzione risale alla seconda metà del XIV secolo, su commissione della famiglia Ricci appartenente alla fazione dei Guelfi. Nel 1837 diventò dei Conti De’ Larderel e nel 1869 la dimora di Rosa Vercellana, contessa di Mirafiori e di Fontanafredda, che sposò il re d’Italia Vittorio Emanuele II di Savoia proprio nella cappella della villa. Nel corso del primo ‘900 ha ospitato Francesca Bertini, diva italiana del cinema muto. Dal secondo dopoguerra è stata la sede della Fondazione Don Carlo Gnocchi fino al trasferimento dell’istituto di cura e riabilitazione vicino Torregalli. Successivamente per qualche anno ha accolto gli studenti della Scuola Walford di Firenze. Poi l’abbandono, la vendita e anche l’occupazione abusiva, finita il 31 agosto scorso del 2023.

Il Comune di Impruneta ha sempre cercato di favorire un recupero dell’immobile e del suo parco, anche grazie a un’ampia varietà di destinazioni d’uso ammesse: residenziale, direzionale, turistico-ricettiva, produttiva legata al cotto e sportiva. Ma per ora tutto tace e i cancelli restano chiusi e impenetrabili.

Manuela Plastina