
Sono trascorsi 25 anni dalla morte di Gino Bartali. E c’è chi lo immagina come una figura traslucente e alata,...
Sono trascorsi 25 anni dalla morte di Gino Bartali. E c’è chi lo immagina come una figura traslucente e alata, sempre a bordo della sua inseparabile bici. Così lo ha rappresentato l’artista Nicolas Seyve con il supporto di Alain Fer per la struttura in acciaio e Daniela Capaccioli per la figura di Bartali. L’opera chiamata ’Ange du Galibier’ è stata esposta una prima volta in vetta alla omonima montagna durante il Tour De France 2024 ed è stata poi donata all’associazione amici del Museo del ciclismo Gino Bartali.
Da ieri è entrata ufficialmente nella collezione delle sale museali e rimarrà esposta nell’ingresso, in un luogo in cui possa rimanere in bella vista e a pochi passi dalla casa natale del grande campione, all’incrocio di Ponte a Ema che segna il confine tra Firenze e Bagno a Ripoli. La statua è stata inaugurata nella giornata organizzata in suo ricordo alla presenza di don Felix Nervaise che, dopo aver benedetto l’opera d’arte, ha celebrato anche la santa messa in suffragio di Gino, per poi rendere omaggio alla tomba di famiglia. Presenti, oltre al presidente del Museo Maurizio Bresci, anche l’assessore fiorentino allo sport Letizia Perini, il vicesindaco di Bagno a Ripoli Francesco Conti e Marco Ceccantini, presidente di Uisp Toscana.
Manuela Plastina