'Un gancio al Parkinson', la boxe aiuta a combattere il devastante morbo / FOTO

Nasce a Firenze l'associazione 'Un gancio al Parkinson'. E' il primo centro clinico dove si pratica la boxe contro il morbo che fermò Muhammad Ali, nato Cassius Marcellus Clay Jr

Vigan Mustafà con Maurizio Bertoni

Vigan Mustafà con Maurizio Bertoni

Firenze, 1 novembre 2018 - Al Centro Training Lab diretto dal Dottor Maurizio Bertoni, da qualche mese, sono iniziati i corsi di pugilato senza contatto rivolto alle persone che soffrono di Parkinson, curato da pugili professionisti come Vigan Mustafà, titolo Italiano categoria Mediomassimi 2018 conquistato nella notte della grande boxe al Mandela Forum. Pugili profesionisti che hanno seguito uno stage di preparazione per entrare nel team medico del Centro fiorentino per “allenare” i malati di Parkinson con questa strategia innovativa che il dottor Bertoni ha importato dagli States. Secondo lo specialista, il pugilato può dunque essere un deterrente per rallentare il decorso, altrimenti devastante, di quella malattia che colpì e fermò Cassius Clay. Gesti lenti, puliti, sembra un gioco quello di Vigan, un gancio a destra, un passo per tornare in guardia, schiva e ritorna stabile senza esitazione, un grido, un evviva; serve anche questo per le corde vocali, comandi secchi, cadenzati per la pratica necessaria a coordinare gli arti e a migliorare la postura, le capacità di deambulazione e di respirazione. Insomma un vero “Gancio al Parkinson”. E' questo il nome dell'associazione nata nell'ambito del centro di cui è presidente lo stesso dottor Bertoni. “La boxe – afferma - è uno degli sport più antichi del mondo è anche uno dei più completi; infatti, praticando questa disciplina, si sviluppano la coordinazione dei movimenti, soprattutto tra braccia e gambe e l’armonia muscolare. E’ pertanto utile per il miglioramento di certe qualità che spesso si perdono sia per l’età, sia appunto in occasione di malattie neurodegenerative. Come riporta il recente studio dell’Università di Indianapolis, pubblicato su Physical Therapy, - aggiunge - un allenamento di boxe senza contatto migliora la qualità di vita di pazienti affetti dal morbo di Parkinson anche di grado medio-grave. L’attività fisica di una certa intensità aiuta soprattutto a rallentare la progressione della malattia”. E anche dal punto di vista psicologico si avrebbero dei miglioramenti. “Il paziente – dice ancora Bertoni - si allena divertendosi: gli esercizi diventano quasi un gioco e durante la lezione il paziente quasi si dimentica la malattia, sentendosi inserito in una palestra frequentata da tanti atleti”. Servono due sedute alla settimana di allenamento per almeno due mesi per vedere i primi risultati sul paziente. “Il rallentamento della malattia – conclude Bertoni - rende la vita quotidiana più agevole: le persone malate sono in grado di muoversi e camminare in modo migliore, con più equilibrio”. Il Training Lab, fondato nel 2008, è affiliato con la Facoltà di Scienze Motorie della Università di Firenze e con le Università di Pittsburgh e dell’Ohio con le quali sta portando avanti una ricerca sulle Capacità Visio-Motorie negli sportivi e sull’uso della Realtà Virtuale in Riabilitazione. Bertoni è rientrato recentemente dagli Usa dopo aver stretto una partnership con la dottoressa italiana Roberta Marongiu della Cornell University di New York che collabora con la famosa palestra Gleason di NY. L'associazione “Un Gancio al Parkinson” sarà presentata il 9 novembre prossimo in occasione del Boxe Night Prato che si svolgerà all’Estraforum di Maliseti (Prato), durante il match che prevede in palio il Titolo Supermedi tra il fiorentino Dragan Lepei e il romano Alex Marongiu, in 10 round. Info: www.traininglabfirenze.it tel. 055 3830564 Ilaria Biancalani

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