Un futuro come capitale del turismo slow

Rosa Maria

Di Giorgi *

La discussione sulle scale mobili verso il Forte Belvedere, come quella, ormai superata, sulla cremagliera che avrebbe dovuto salire parallelamente a Costa San Giorgio, al di là delle polemiche, talvolta strumentali, su cui non intendo entrare, pone un tema a mio parere interessante e fecondo: quello del modo in cui noi fruiamo delle città d’arte, e di Firenze in particolare. Con l’avvento dei voli low cost e delle piattaforme di affitti domestici, il turismo si è fatto globale, e sempre più massificato. Persone che prima non potevano muoversi oggi ne hanno la possibilità. E questo è un bene, perché il turismo genera ricchezza, non solo economica, sia in chi accoglie che in chi visita. Il problema è che questo turismo è sempre più caratterizzato da tempi sincopati, ristretti brevissimi. E quindi prevale la mentalità del ‘mordi e fuggi’, così diffusa anche in altri campi ( quasi tutti in verità, ahinoi) dell’esistenza. Io credo che invece dovremmo partire proprio dal turismo, e proprio da Firenze, per ‘rieducare’ le persone ad un orizzonte temporale più calmo. Al cammino. Camminare significa riflettere, pensare, apprezzare ciò che si trova durante il cammino. Essere lenti, essere in sintonia con il paesaggio, con i colori, con i suoni. Non a caso, come Pd, abbiamo favorito con una mozione parlamentare, che ha avuto successo, gli investimenti in “Cammini”, lunghi o all’interno delle città. Una mozione a mia prima firma, votata all’unanimità e accolta dal Ministero della Cultura che poi ha finanziato queste iniziative. Ci sono gruppi e associazioni, convegni, in tutta Italia. E libri che trattano di questo. Ecco, sarebbe bello se Firenze diventasse la capitale del ‘turismo lento’, che è il turismo di qualità. Sarebbe una bella lezione per un mondo migliore.

* Parlamentare Pd

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