Tutto il mondo di Gianna. Arriva un film di Netflix sulla vita della Nannini

La cantautrice senese esce con un nuovo album dopo anni di silenzio. E dal 2 maggio, sulla piattaforma tv, esce la storia della sua carriera.

Tutto il mondo di Gianna. Arriva un film di Netflix sulla vita della Nannini

Tutto il mondo di Gianna. Arriva un film di Netflix sulla vita della Nannini

È tornata. Ancora una volta diversa, ma sempre fedele a sé stessa. Gianna Nannini è camaleontinca ma, a differenza dell’animale, quando passa si fa decisamente notare. Il suo ritorno non poteva non essere rumoroso, anche perché l’intento (pienamente riuscito) era quello di dimostrare che l’età è solo un numero e che l’arte è in grado di sfondare qualsiasi tipo di barriera. Dopo cinque anni dal suo ultimo progetto discografico eccola con un nuovo album di inediti, al quale ci ha aggiunto anche un libro, un film e un nuovo tour internazionale. Cosa poteva fare di più? Poteva prendere e modificare il titolo di una sua vecchia e iconica canzone. Ha fatto anche questo. Il titolo dell’album, “Sei nel l’anima”, è ovviamente una parafrasi.

Quello che sembra un errore ortografico (lo spazio tra la preposizione e l’articolo) non è altro che un modo per accendere i riflettori sulla parola anima, quella che Nannini non stenta mai a tirare fuori con tutta la forza che serve. Gli undici pezzi inediti del disco sono legati tra loro da un sottile filo rosso che, attraverso la storia personale della rocker, racconta un mondo in cui al centro c’è - con una meravigliosa prepotenza - l’essere umano con tutte le sue fragilità, tra emozioni, passioni, scelte e strade da percorrere. Una storia che inizia nel 1983, quando la cantante pubblica “Fotoromanza” e sostiene di essere (ri)nata “senza genere”. In quell’anno dichiara di aver perso la vecchia sé e di aver abbracciato una persona nuova. Una rinascita che Nannini ha preso sul serio e non solo come metafora. Lei stessa, prossima ai 70 anni, in una delle ultime interviste ha dichiarato di sentirsene anagraficamente 41. Una provocazione coerente con quell’anticonformismo che la caratterizza da sempre (70 o 41 che siano) e che ha come obiettivo la lotta senza quartiere all’ageismo e alla stereotipizzazione anagrafica.

E questo fa il paio con una maternità cercata e voluta a 56 anni per la quale l’artista, in un paese ancora per molti versi bigotto e pettegolo, ha subito giudizi, cattiverie e tentativi di invadere la sua libertà. Un mondo, quello esterno, in confronto al quale Gianna Nannini sembra quasi aliena. Lo dimostra il fatto che nella sua musica non ci sono ipocrisie né pensieri artificiosi. La sua è la pura e semplice lettura di chi vive e si muove su questa terra a prescindere dalle architetture sociali imposte. Lo spiega bene in “1983“, quando canta “Sono nata senza genere”, rifiutando categorie ed etichette nelle quali, tra l’altro, ci starebbe stretta. La stessa chiave sarà probabilmente rintracciabile anche nel film in uscita il 2 maggio su Netflix. Dal canto suo, l’album narra un punto di vista a tratti intimista. Uno sguardo sul mondo a partire da sé in rapporto agli altri, tra amori, affetti, perdite, fede. Raccontandosi è riuscita a raccontarlo con quella serenità d’animo figlia della consapevolezza, a prescindere dall’età. Anche perché, come lei ci insegna con il singolo “Io voglio te”, “la morte è obbligatoria, ma l’età è facoltativa”.

Teresa Scarcella

Margherita Ambrogetti Damiani

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