Tu chiamale, se vuoi, emozioni

Alessandra

Bondi *

Un’emozione è una reazione affettiva che ha una durata brevissima ed è immediata. Le emozioni hanno una funzione molto utile ma negli ultimi anni sono percepite talvolta come elementi di disturbo in questa nuova era che Galimberti nel suo ultimo saggio "Il libro delle emozioni" definisce "Età della tecnica". I mezzi di comunicazione di massa hanno influito moltissimo su cosa significa provare un’emozione e più una trasmissione, una storia fa emozionare e più fa like o cuoricini ottiene su Instagram. Il sentimento come riporta Galimberti ha bisogno di spazio, di silenzio, di dubbio, di ascolto interiore che lo smartphone con le sue notifiche non concede ma distrae da chi abbiamo davanti e invece di darci tempo lo toglie. La dimensione affettiva è l’unica strada quando si provano ad esempio emozioni negative come paura e angoscia, perchè conforta e dà calore. Anche i famosi emoticon o emoji che sarebbe stati introdotti per sopperire alla mancanza della parte espressiva ed emotiva negli scambi comunicativi, non riescono a trasmettere quello che può invece dire un’emozione e questo perchè manca tutto il resto che caratterizza un dialogo: il tono della voce, lo sguardo, il comportamento non verbale, la gestualità: elementi fondamentali per una efficace comunicazione. Emoji a parte, purtroppo la rete ha creato una distanza sociale fra le persone e il rischio soprattutto per la generazione Z è di perdere quelle abilità innate utili per vivere nella realtà e non sempre dietro ad una tastiera. Su una cosa la rete o i social non sono ancora arrivati: se le parole non escono, parla il corpo come sappiamo anche con piccole crisi o momenti di sconforto che ci svegliano dal torpore in cui siamo e questa è la nostra salvezza perchè ci ricordiamo che siamo ancora vivi e vegeti, nonostante tutto.

* Psicologa psicoterapeuta

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