Una vita da signore grazie alle truffe. Si indaga sul reddito di cittadinanza

Dal 1976 al 2007 ha scontato 27 anni di carcere. Ora è finito di nuovo in cella

Guardia di Finanza e Carabinieri (foto di repertorio)

Guardia di Finanza e Carabinieri (foto di repertorio)

Firenze, 21 settembre 2019 - Un'operazione "a tenaglia" di carabinieri e guardia di finanza ha portato all'arresto di tre persone (due di Firenze e una di Prato) e alla denuncia di altre cinque per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla bancarotta fraudolenta aggravata (nella fattispecia per aver portato al fallimento una cooperativa con un passivo di 8,4 milioni di euro). I militari fiorentini hanno dato esecuzione infatti all'ordine di custodia cautelare in carcere disposto dal gip Angela Fantechi su richiesta della Procura e anche a una ricca serie di sequestri. E le indagini puntano ad accertare anche se l'uomo avesse chiesto e/o ottenuto il reddito di cittadinanza.

Al centro della vicenda un pluripregiudicato 62enne fiorentino. Uno che ha passato 27 anni in carcere nel periodo 1976-2007. Insomma, un uomo dedito al crimine che ha trascorso quasi tutta la vita ai margini e spesso oltre la legalità. 

Le indagini, svolte tra il 2017 e il 2018, hanno consentito di individuare una cooperativa, amministrata di fatto dal pluripregiudicato, che acquistava beni e servizi attraverso l’emissione di innumerevoli assegni bancari scoperti. I titoli bancari venivano tratti su diversi conti correnti “di comodo” che, nel tempo, erano stati appositamente aperti al fine di ottenere i carnet di assegni utili ad acquistare ingenti quantità di beni, tra i quali un’auto, polizze assicurative e persino una montagna di prodotti enogastronomici di elevata qualità e costo.

A dargli una mano in questa vita segnata dalle truffe erano diversi sodali, tra i quali, oltre agli altri due arrestati, altri cinque denunciati.

Nel frattempo è stato eseguito un decreto di sequestro sui beni appartenenti al pluripregiudicato: è stata ricostruita dai carabinieri una notevole sproporzione tra il patrimonio del 62enne (anche intestato a familiari o prestanome) e le attività economiche e lavorative svolte, insomma: aveva redditi modesti e faceva una vita da signore. Sproporzione che gli inquirenti hanno calcolato in 420mila euro nel periodo che va dal 1978 al 2018. È emerso come, nel solo 2015, senza aver percepito retribuzioni adeguate, l'uomo abbia effettuato investimenti per 90mila euro, acquistando le quote della società Bar Megalli S.n.c., che gestiva l’omonimo bar sito in via Maragliano di Firenze (oggi di proprietà di un soggetto estraneo alla vicenda).

Sono stati sottoposti a sequestro, nel complesso, due società con sede a Firenze, attive nel settore della gestione di bar e ristoranti: la Bar Megalli S.n.c. e la Metropolis s.r.l., quest’ultima comprensiva di un ristorante di Altopascio e un magazzino di Larciano (Pistoia), rapporti finanziari e una cassetta di sicurezza.

Nei confronti dell’interessato è stata fissata l’udienza per la discussione in ordine all’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale e personale della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza, con obbligo di soggiorno nel Comune di Firenze per 3 anni e 6 mesi.

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