
Internalizzare nel mondo della scuola la figura degli educatori scolastici che seguono gli alunni con disabilità o in situazioni di...
Internalizzare nel mondo della scuola la figura degli educatori scolastici che seguono gli alunni con disabilità o in situazioni di svantaggio. È la richiesta dei lavoratori, dipendenti di cooperative che operano in appalto nelle scuole, avanzata nel corso del presidio di ieri, davanti alla prefettura di Firenze. L’iniziativa rientra nell’ambito di uno sciopero nazionale, con manifestazioni in varie città, proclamato dal sindacato Usb, allo slogan ’Basta precarietà e lavoro sottopagato’.
"Chiediamo che sia direttamente la scuola o il ministero a gestirci - spiega Matteo Conti, educatore e delegato per Usb -. Siamo dipendenti di cooperative che operano in appalto per enti pubblici comunali o per le Asl. Noi lavoriamo in regime di appalto, secondo l’offerta economicamente più vantaggiosa, che vuol dire che vince chi offre meno. Questo va discapito del nostro lavoro, del nostro stipendio, che è molto basso, delle nostre ferie e dei nostri diritti. Siamo inquadrati in un contratto del Ccnl cooperative sociali che è bassissimo e lavoriamo in regime di part time e oltretutto in estate, quando le scuole sono chiuse, non percepiamo stipendio".
A livello fiorentino, ha spiegato ancora, "siamo circa 400 lavoratori, e circa il doppio a livello toscano, mentre in Italia siamo circa 60mila. Siamo qui a chiedere di essere internalizzati" nel mondo della scuola, "perché questo è un servizio permanente che il pubblico offre sempre tutti gli anni a chi ne ha necessità" e "nelle istituzioni scolastiche non ci possono essere lavoratori di serie A e di serie B". In conclusione, come recita uno degli striscioni del manifestanti, "non siamo educatori usa e getta".