ILARIA ULIVELLI
Cronaca

'Tremori e irritabilità, conseguenze rischiose'

Intervista a una tossicologa dell’ospedale di Careggi. Non ci sono solo le dipendenze da stupefacenti

Analisi specialistiche effettuate in un laboratorio

Firenze, 4 novembre 2019 - Quando ci si accorge se un neonato è dipendente da sostanze stupefacenti o se è in crisi d’astinenza? «Se non c’è un’anamnesi positiva, se la madre non riferisce un consumo di sostanze, è necessario aspettare che si manifesti una crisi di astinenza», spiega Alessandra Pistelli della Tossicologia medica di Careggi, responsabile del centro di riferimento regionale di Tossicologia perinatale. Quali sono i sintomi? «Dipende dalla sostanza alla quale mamma è dedita. Se si tratta di oppioidi naturali o di sintesi (eroina, metadone, ossicodone, ecc.) il bambino manifesta sintomi che variano dalla irritabilità ai tremori fino alle convulsioni, aumento della pressione, nausea, vomito, diarrea, disappetenza, sudorazione eccessiva». Invece se la madre assume cocaina? «La cocaina di per sé non darebbe una sindrome specifica di astinenza, ma i neonati possono essere particolarmente irritabili, anche in questo caso manifestare tremori e convulsioni. Sono bambini che si adeguano male alla vita extra uterina, non stanno bene in generale, soffrono di un’ipereccitabilità del sistema nervoso». Poi ci sono anche dipendenze da farmaci ansiolitici, benzodiazepine... «Se la mamma in gravidanza ha assunto benzodiazepine in dosi terapeutiche, il bambino nei primi giorni di vita può avere una sindrome da accumulo, con ipotonia, mancanza di riflessi, riduzione della temperatura corporea. Sono neonati che dormono molto, non si alimentano bene, hanno difficoltà respiratorie. Nei casi in cui la mamma abbia fatto abuso, si rischia una sindrome di astinenza con sintomi più drammatici riferibili all’iperstimolazione del sistema nervoso». Come si affronta la terapia? «Si utilizzano farmaci sostitutivi somministrati e scalati progressivamente, fino a toglierli». Le donne in gravidanza non vengono sottoposte a esami specifici per evitare queste situazioni? «Si tratta di esami delle urine nelle quali si cercano le sostanze e i loro metaboliti. Ma non si possono fare senza il consenso della madre». Che rischi ci sono per un feto in formazione che assuma sostanze? «Molti effetti negativi. Ma dipende dal tipo di sostanza e anche dall’epoca gestazionale. Ci sono alcune situazioni in cui l’astinenza materna può avere conseguenze sull’andamento della gravidanza e sostanze che generano malformazioni congenite». Effetti sul cervello? «Non si possono vedere immediatamente ma solo successivamente. Ed è difficile poter stabilire il nesso causa effetto, attribuire con certezza alla sostanza o al farmaco disturbi funzionali. E’ necessario valutare anche fattori ambientali, familiari, affettivi. Molti di questi bambini non crescono in situazioni ideali». © RIPRODUZIONE RISERVATA