REDAZIONE FIRENZE

Travolta in bicicletta sulle strisce: camionista assolto

Badante venne investita da un tir e morì sul colpo. Il giudice ha accolto la tesi della difesa: "Il conducente non poteva vederla"

Investì e uccise una donna che stava attraversando in bicicletta, sulle strisce pedonali, una rotonda di Vinci, in provincia di Firenze. Il conducente dell’autoarticolato è stato assolto dal giudice del tribunale di Firenze che ha accolto la tesi della difesa: non aveva avuto la possibilità di vedere la vittima, rimasta nel cono d’ombra prodotto dal montante e la cabina dell’imponente automezzo. Davanti al giudice per le udienze preliminari, con rito abbreviato, è comparso nei giorni scorsi Costantino Iadanza 51 anni, di Buggiano, che era difeso dall’avvocato Ezio Menichi del foro di Pistoia. Il tragico incidente risale al 31 luglio del 2019 e avvenne in pieno giorno, in via Nenni, a Sovigliana. Iadanza era alla guida dell’autoarticolato, un Iveco, e stava percorrendo la rotatoria. La velocità (così come è stata accertata dai rilievi svolti delle forze dell’ordine) era di 30 chilomentri orari. Il camionista era perfettamente sobrio e anche questo è emerso dagli accertamenti svolti quel giorno. Durante la manovra travolse Miras Maria Katarzyna, originaria della Polonia. Aveva 58 anni e lavorava a Sovigliana come badante di un anziano. Non ebbe scampo.

La Procura di Firenze chiese il rinvio a giudizio per omicidio colposo e la difesa chiese che il processo fosse celebrato con la formula alternativa del rito abbreviato, subordinato a una ulteriore perizia. L’abbreviato prevede la riduzione di un terzo della pena prevista. Secondo l’accusa l’uomo non avrebbe usato la massima prudenza nel percorrere quella rotatoria nè avrebbe compiuto con sicurezza l’arresto del veicolo. Fu accertato che la donna aveva le cuffie e questo potrebbe averle impedito di sentire il rumore del grosso automezzo che sopraggiungeva, ma non è questo il dettaglio che ha determinato l’esito del processo. Secondo il perito del gip il camionista avrebbe dovuto vedere la vittima, ma secondo il perito della difesa, che ha ricostruito la tragedia con una tecnica che ha consentito di applicare tutte le variabili possibili, la donna era rimasta nel cosiddetto "cono d’ombra" compreso tra il montante e la cabina, e il conducente non avrebbe avuto la possibilità di vederla. La pubblica accusa aveva chiesto la condanna a 8 mesi per omicidio colposo, ma il giudice, accogliendo la tesi difensiva, ha assolto il conducente. Iadanza lavora per la Portolano Trasnsport e Logistica srl che confidando nell’assoluzione, si è assunta gli oneri e le spese legali sostenendo il dipendente.

lucia agati