LISA CIARDI
Cronaca

Altoforno Firenze, sos sindacati: "A rischio 20mila lavoratori edili. Cassa integrazione oltre i 34 gradi"

Giorni di temperature proibitive in città, scatta l’allarme: lettera a Giani per chiedere un’ordinanza ad hoc. Fillea Cgil: " I protocolli ci sono e sono importantissimi, salvano vite, ma vengono troppo spesso disattesi".

Un operaio al lavoro in un cantiere. Ieri in città si sono sfiorati i 37 gradi. Oggi e domani dovrebbero essere superati

Un operaio al lavoro in un cantiere. Ieri in città si sono sfiorati i 37 gradi. Oggi e domani dovrebbero essere superati

Firenze si prepara ad affrontare l’afa, che renderà più difficile muoversi all’esterno e, a maggior ragione, lavorare. Per questo, Filca Cisl, Fillea Cgil e FenealUil, sigle sindacali del comparto edilizia e costruzioni, hanno scritto ieri al presidente della Regione, Eugenio Giani, chiedendo l’attivazione dell’ordinanza per l’emergenza caldo, che prevede particolari accorgimenti per edilizia e il comparto lapideo.

Lo steso atto, lo scorso anno, vietò il lavoro con esposizione prolungata dalle 12.30 alle 16 nelle giornate più roventi. Il tema è di stringente attualità perché domani, giornata di codice rosso, sono previste in città temperature fino a 37 gradi e il caldo sarà probabilmente una costante di tutto giugno.

"Solo per l’edilizia – spiega Stefano Tesi della Filca Cisl Firenze – parliamo di circa 13mila dipendenti fra città e provincia. Sommando chi lavora in proprio, possiamo stimare circa 20mila persone. Vanno poi aggiunti tanti altri comparti, dal giardinaggio ai servizi. Oltre a inviare una lettera al governatore, abbiamo chiesto, a livello nazionale, un incontro urgente con Ministero del lavoro e Commissioni salute e sicurezza di Camera e Senato. Lo scorso anno ottenemmo, grazie anche alla Regione, la modifica dei turni sulla Fi-Pi-Li e in Autostrada. Ma si deve fare di più: quando il caldo supera i 34 gradi, va utilizzata la cassa integrazione, come quando la pioggia blocca i cantieri. Serve approfondire il tema, anche perché i lavoratori edili sono aumentati dopo il Covid e i bonus".

"Sulla lotta ai colpi di calore abbiamo investito molto – prosegue Marco Carletti, della Fillea Cgil di Firenze – in comunicazione e iniziative, ma è un messaggio che passa a fatica. Ancora troppo spesso c’è l’idea che chi si lamenta per il caldo abbia poca voglia di lavorare. I protocolli ci sono e sono importantissimi, salvano vite, ma vengono troppo spesso disattesi e i settori critici sono tanti. Attraverso l’associazione provinciale Rlst, organizzazione che rappresenta i lavoratori per la sicurezza sul lavoro, e che in questo momento è presieduta da Luca Vomero della FenealUil, abbiamo appena scritto a tutte le aziende, invitandole alla massima attenzione e alla riorganizzazione del lavoro tenendo conto delle temperature".

Il problema non riguarda solo chi opera all’aperto, ma anche fonderie, lavanderie industriali, fornaci, stirerie e altre aziende. "Ormai da anni – dichiara Flavia Capilli, della Fim Cisl – le ditte si sono attrezzate con la climatizzazione. Ma ci sono delle eccezioni o situazioni in cui si continua a lavorare nonostante un guasto all’impianto. Per questo, ogni anno, distribuiamo dei volantini, spiegando come segnalare subito i disagi".