
L'arcivescovo di Firenze, Gherardo Gambelli (New Press Photo)
Firenze, 13 giugno 2025 – L'arcivescovo di Firenze, Gherardo Gambelli, ha espresso la disponibilità dell'arcidiocesi per offrire la mediazione nella vertenza Targetti Sankey (85 addetti). Gambelli ha partecipato nel pomeriggio all'assemblea aperta dei lavoratori della storica industria fiorentina dell'illuminazione, fondata nel 1928, che sta affrontando una grave crisi industriale e occupazionale.
L'azienda, controllata da 3F e di proprietà della famiglia Bonazzi, ha annunciato circa 40 esuberi e ha iniziato a trasferire la produzione da Firenze a Nusco (Avellino). Gambelli era insieme al direttore dell'Ufficio diocesano per i 'Problemi sociali e del lavoo’ don Giovanni Momigli.
Ha detto l'arcivescovo Gambelli: «Siamo venuti per esprimere la vicinanza e la solidarietà ai lavoratori della Targetti e anche e soprattutto per ascoltare e capire meglio il problema. Da quello che abbiamo appreso, purtroppo la vertenza è davvero bloccata e ci sembra che le strade di uscita siano molto complesse». «Desideriamo come Diocesi - ha aggiunto - manifestare la nostra disponibilità per la mediazione, perché crediamo che davvero questa azienda e i lavoratori con le loro competenze abbiano un valore prezioso per il nostro territorio». «Abbandonare Firenze - ha concluso Gambelli - ci sembra una scelta su cui si può riflettere e ripensare, è in gioco il bene del territorio, il rispetto della dignità di tante persone e la sicurezza delle loro famiglie».
All'incontro c'erano Elena Aiazzi (segreteria Cgil Firenze), Alessandro Beccastrini (segreteria Cisl Toscana), Erika Caparrini (segreteria Cisl Firenze Prato). «Ringraziamo l'arcivescovo per l'attenzione - dicono - che certamente aiuta la nostra battaglia e conforta i lavoratori. Gli abbiamo ribadito il nostro impegno per difendere la manifattura di questa città che non può vivere solo sulla rendita, ma deve salvaguardare il suo patrimonio produttivo. I lavoratori della Targetti chiedono di poter continuare, con il loro lavoro, a sostenere sé stessi e le loro famiglie e contribuire al bene comune. Il lavoro sicuro e dignitoso, è il fondamento della nostra società».