BARBARA BERTI
Cronaca

Targetti, Gambelli in fabbrica: "Abbandonare Firenze è una scelta da ripensare"

L’arcivescovo all’assemblea aperta dei lavoratori per portare vicinanza e solidarietà "L’azienda ha un valore prezioso per il nostro territorio: disponibile a mediare nelle trattative".

L’arcivescovo all’assemblea aperta dei lavoratori per portare vicinanza e solidarietà "L’azienda ha un valore prezioso per il nostro territorio: disponibile a mediare nelle trattative".

L’arcivescovo all’assemblea aperta dei lavoratori per portare vicinanza e solidarietà "L’azienda ha un valore prezioso per il nostro territorio: disponibile a mediare nelle trattative".

"Abbandonare questo territorio è una scelta su cui riflettere e ripensare. Disponibile a mediare". L’arcivescovo di Firenze, monsignor Gherardo Gambelli, si schiera con i lavoratori della Targetti, la storica azienda illuminotecnica fiorentina al centro di una difficile vertenza, dopo l’annuncio da parte della proprietà dello spostamento della produzione in Campania. Ieri pomeriggio l’arcivescovo ha partecipato all’assemblea aperta dei lavoratori, insieme al direttore dell’Ufficio diocesano Problemi sociali e del lavoro don Giovanni Momigli, per conoscere da vicino la storia di questa vertenza, ascoltando la voce dei diretti interessati. All’incontro erano presenti anche Elena Aiazzi (segreteria Cgil Firenze), Alessandro Beccastrini (segreteria Cisl Toscana), Erika Caparrini (segreteria Cisl Firenze Prato), oltre al segretario fiorentino della Fiom Stefano Angelini e Francesco Diazzi della Fim Cisl.

"Siamo venuti per esprimere la vicinanza e la solidarietà ai lavoratori della Targetti e soprattutto per ascoltare e capire meglio il problema" le parole di Gambelli che per la prima volta entra in una fabbrica fiorentina in crisi. "Da quello che abbiamo appreso, purtroppo la vertenza è davvero bloccata e ci sembra che le strade di uscita siano molto complesse. Desideriamo, come Diocesi, manifestare la nostra disponibilità per la mediazione, perché crediamo che davvero questa azienda e i lavoratori con le loro competenze abbiano un valore prezioso per il nostro territorio" dice ancora l’arcivescovo.

Attualmente lo stabilimento di via Pratese conta circa 85 lavoratori, ma l’azienda (controllata dalla 3F e di proprietà della famiglia Bonazzi) ha annunciato una quarantina di esuberi e ha iniziato a trasferire la produzione da Firenze a Nusco (Avellino). Nonostante incontri, mobilitazioni e ore di sciopero, la proprietà continua ad andare per la sua strada tanto che a marzo ha richiesto l’attivazione della cassa integrazione straordinaria (Cigs) per otto mesi, esclusivamente per il sito di Firenze. I sindacati hanno respinto la richiesta, giudicandola inaccettabile sia per la sua durata limitata (non consente un reale piano di rilancio), sia perché applicata solo alla fabbrica di via Pratese. "Ringraziamo l’arcivescovo per questo incontro e confidiamo che anche il suo interessamento e sostegno ci aiuti a salvare il lavoro di decine di famiglie fiorentine e una storica azienda di questa città" dicono i sindacati.