Luca Boldrini
Cronaca

Più forti della guerra: Russia vietata, incontro in Turchia per salvare giovane malato col trapianto di midollo

Il Nopc di Firenze riesce ad aggirare le limitazioni che rendono difficile l’ingresso in Russia stabilendo una “staffetta” in Turchia con una dottoressa moscovita

Massimo Pieraccini durante la consegna

Firenze, 23 giugno 2023 – Sono stati più forti del Covid, ora sono più forti della guerra. Già, perché sembra inconcepibile ma nemmeno il trasporto salvavita di midollo per il trapianto destinato ai malati di leucemia viene considerato particolarmente privilegiato dalle burocrazie. E stavolta è toscano il merito del trasporto di midollo che ha salvato la vita a un giovane ammalato russo ricoverato a Mosca. Anche perché si sa, la donazione non guarda in faccia a credi politici, religiosi o di altra natura.

In questo caso un donatore italiano ha deciso di rispondere sì alla chiamata e donare parte di sé per salvare un moscovita ammalato di leucemia. Purtroppo, a seguito dell’aggressione russa all’Ucraina, ci sono importanti limitazioni alla mobilità personale. Dopo tutte le ricerche fatte è emerso che l'unica cura possibile, un donatore, si trovava nel Nord Italia e prendere in consegna il midollo osseo col presupposto di portarlo in Russia non è stato difficile. Il difficile era consegnarlo nelle mani dei medici russi che dovevano procedere al trapianto. A causa della guerra infatti non è possibile in alcun caso avere un visto d’ingresso per recarsi in Russia neppure per motivi così nobili come salvare una vita, né tantomeno per le medesime ragioni è possibile per i cittadini russi venire in Italia.

L’Ibmdr, organismo istituzionale italiano che in collegamento con le altre banche dati mondiali ha individuato il donatore cercando all’interno del registro dei nostri connazionali che si sono messi a disposizione, deve sovrintendere a tutte le fasi del sistema donazione trapianto, quindi anche al trasporto. Dopo un confronto con il Nucleo Operativo di Protezione Civile Logistica dei Trapianti, che invece su incarico di Ibmdr i trasporti li organizza e li realizza, è giunta la soluzione.

"Come ci ha insegnato la pandemia – spiega Massimo Pieraccini, presidente del Nopc e volontario che ha materialmente eseguito la missione – è necessario non arrendersi, studiare soluzioni, inventare itinerari magari anche inconsueti per portare a casa il risultato di salvare una vita. L’idea risolutiva è stata quella di organizzare una staffetta, “uno scambio” fra un emissario russo e lo specialista italiano, incontrandosi in un luogo in cui fosse permesso ad entrambi recarsi e per poter rendere attuabile quest’unica possibilità di sopravvivenza. È stata individuata la Turchia e così si è messa in moto una complessa macchina organizzativa per realizzare l’incontro dei due corrieri a Istanbul".

“Dopo un intenso lavoro preliminare – continua Pieraccini – per avere i nullaosta degli ospedali di origine e di destino e di tutte le autorità competenti è scattata operativamente la complessa missione salvavita. Con grande apprensione è arrivato il giorno dell’incontro, dove da parte italiana si è dovuto fare i conti anche con lo sciopero dei trasporti aerei, quindi modifica al piano operativo gestita in tempo reale dalla sala operativa del Nopc, cambiando l’aeroporto di partenza da quello originale di Malpensa più congeniale per una donazione nel Nord Italia, a quello di Fiumicino e organizzando un lungo trasferimento dalla città di prelievo fino a Fiumicino. Poi finalmente la partenza per l’aeroporto internazionale della città turca. Il corriere russo, una giovane dottoressa moscovita, si è incontrata intorno alle 13 con il collega italiano, dopo qualche peripezia dovuta alla grandezza e alla logistica dell’aeroporto turco, comunque grazie alla capacità di interazione di questa grande task force messa in campo, la giovane dottoressa ha preso in carico il prezioso dono con cui è potuta poi decollare per Mosca dove appena arrivata, insieme ai suoi colleghi avrebbero immediatamente provveduto al trapianto”.

“L’annuncio di benvenuto del pilota all’aeroporto turco,  “welcome to Istanbul world meeting point ” (benvenuti a Istambul punto d’incontro del mondo) è stato un chiaro segnale di buon auspicio. In effetti – dice ancora il presidente del Nopc – quando ho sentito questo annuncio ho pensato subito che sembrava coniato appositamente per me e Feruza, questo il nome della giovane dottoressa, che venivamo da due paesi diversi per incontrarci stare insieme pochi minuti e poi tornare ognuno da dove eravamo venuti, lei con quel dono che rappresentava la sopravvivenza per il suo ammalato, io con l’emozione di aver dato un contributo a quella sopravvivenza. Sono stati pochi minuti, quelli dello scambio, vissuti su un divanetto appartato, mi ha ricordato un po' l’attività delle spie al tempo della guerra fredda, ma noi eravamo riscaldati dal nobile scopo di salvare una vita. Anche questa volta è stata trovata una soluzione. Quella della "staffetta" ovvero utilizzando uno dei nostri corrieri dall’Italia luogo della donazione alla Turchia dove la dottoressa russa ha preso in consegna il midollo osseo per trasportarlo fino all’ospedale del paziente”.

"Con una guerra ancora in corso e grandi difficoltà logistiche nell'organizzare gli scambi da e per la Russia, la solidarietà umana vince ancora attraverso il dono della vita — afferma Nicoletta Sacchi, direttore Ibmdr. Un ragazzo italiano iscritto al Registro nazionale Ibmdr ha donato le sue cellule staminali emopoietiche a favore di un paziente russo in attesa di trapianto di midollo osseo, ricambiando il dono ricevuto poco tempo fa da un donatore russo a favore di un nostro ricevente. Grazie all'idea di eseguire " uno scambio" di questo prezioso dono della vita ad Istanbul e ai corrieri del NOPC che come sempre si sono messi a disposizione, malgrado scioperi e guerre, abbiamo ancora una volta dimostrato che la solidarietà non conosce nè limiti, nè confini”.

“Un bel gesto d’amore che arriva pochi mesi dopo la donazione di un russo per un paziente italiano quasi come volessimo contraccambiare in realtà è stato solo il caso - conclude Massimo Pieraccini, fondatore del Nucleo Operativo di Protezione Civile che ha curato l’organizzazione e ha eseguito questo trasporto – che si dice sempre più convinto che nonostante tutto una parte buona di umanità ancora c’è, come in questo caso di qualcuno che ha risposto “sì” ed stato disposto a donare una parte di se stesso per permettere a un russo che non conoscerà mai di sopravvivere. Sono felice di adoperarmi per scoprirla e condividerla questa parte buona di umanità, perché sogno che il bene possa diventare virale. La prima sfida potrebbe essere incrementare il numero dei donatori a disposizione di IBMDR, insieme ad ADMO sempre impegnata a reclutare nuovi donatori ce la possiamo fare”.