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Trasferite in tre giorni "Ci mandano a Cuneo con 800 euro al mese e figli da mantenere"

Le dipendenti della profumeria di via Milanesi: "Rischiamo il licenziamento" .

Trasferite in tre giorni "Ci mandano a Cuneo con 800 euro al mese e figli da mantenere"

Un trasferimento che il sindacato bolla come "licenziamento mascherato". Sono piombate in un incubo le quattro dipendenti della profumeria Modus (ex Douglas) di via Milanesi. Secondo l’azienda, in tre giorni si sarebbero dovute trasferire a Cuneo per ricominciare lì, da ieri mattina, la loro carriera lavorativa. Un cambiamento radicale già complicato per una ventenne. Figuriamoci per quarantenni-cinquantenni con famiglia, che oltretutto per un part-time prendono poco più di 800 euro al mese.

"E meno male che, in teoria, l’azienda dovrebbe pensare alla bellezza e, più in generale, al benessere delle donne…", è l’amaro sfogo delle lavoratrici. Solo una di loro, adesso in maternità, è full time. "Ma come si fa a fare una simile richiesta?", non si capacitano le signore, ieri scese in presidio davanti all’ormai ex sede di lavoro insieme alla Filcams Cgil. "E’ da vent’anni che lavoro qui. Sono una delle più anziane – dice Cristina Giannelli, 50 anni e due figli di 10 e 16 anni –. Mercoledì scorso mi è arrivata la lettera di trasferimento immediato, da ieri, a Mondovì, Cuneo. Venerdì pomeriggio ci è addirittura arrivato il nuovo orario. È stata una doccia fredda per tutte noi. Da parte dell’azienda, non c’erano avvisaglie, ma solo grandi sorrisi. Speriamo a questo punto di riuscire ad ottenere la disoccupazione…".

"Il colmo è che l’azienda parlava di grosso investimento su Firenze – punta il dito Lara Collesano dell’Rsa aziendale –-. E adesso non si sta interfacciando coi sindacati. Non abbiamo alcuna risposta e questo è inaccettabile. Io ho 46 anni e lavoro qui da 16. Non si può chiedere a delle mamme di andare, in soli tre giorni, in un’altra città".

Pensare, dice la Cgil, che "fino a pochi giorni fa dall’azienda arrivavano solo rassicurazioni". Secondo il sindacato, "il numero dei trasferimenti, almeno undici a livello nazionale, dovrebbe portare all’apertura della procedura di licenziamento collettivo". "Che modus sono?", si legge sulle magliette delle dipendenti. E la bambina di una di loro sventola un cartello: "La mamma non si tratta in questo modus". Eh, già.

A Francesca Zappavigna, 53 anni, l’azienda invece il 2 marzo scorso ha chiesto di trasferirsi a Faenza. "Ho avuto un crollo nervoso e mi sono ammalata – racconta –. Sono poi riuscita a tornare a lavorare, ma adesso alle mie colleghe è arrivata questa proposta incredibile, assurda. Io ho il mutuo da pagare, un figlio da mantenere all’Università… Come facciamo ad andare avanti? Siamo tutte nella stessa situazione. Ed abbiamo un’età in cui è difficile ricollocarsi".

Osserva Valentina Berti, rappresentante sindacale della Filcams Cgil: "E meno male che qui c’è una forte delegata sindacale. Non sappiamo, purtroppo, quante lavoratrici in Italia abbiano subito lo stesso trattamento…".

Elettra Gullè