Christian Campigli
Cronaca

Trans e 'passeggiatori'. ll lato oscuro del parco delle Cascine: "Qui rischiamo la vita"

Viaggio notturno alle Cascine. Parla una testimone

L'auto della vittima alle Cascine

Firenze, 4 luglio 2014 - GAY, prostitute, clienti, protettori nascosti nell’ombra, «passeggiatori» e spacciatori. Le Cascine non sono esattamente il luogo consigliabile alle giovani educande, soprattutto quando l’orologio si avvia alla naturale conclusione del giorno e il buio si inghiotte nella sua interezza il polmone verde di Firenze. Una zona che, soprattutto dopo la costruzione dei binari della tramvia, è rimasta come chiusa al resto della città. Non è un caso che il nuovo bar del fosso Macinante, in quell’angolo nel quale anni fa sorgeva la discoteca Central Park, sia avulso da quelle logiche e da quei personaggi. Basta però girare intorno al circolo del tennis per trovarsi immersi nel quartiere a luci rosse in salsa toscana. Prima di giungere al chioschetto posizionato all’angolo di viale degli Olmi, a mezzanotte e mezzo si possono già trovare quattro travestiti, in piedi, in atteggiamento provocatorio ed ammiccante. Sono sudamericani, con ogni probabilità peruviani. Ve ne sono due molto alti, sopra il metro e ottanta (anche grazie alla complicità del tacco dodici) altri due più bassi e minuti. Attraversando il parco se ne possono notare altri tre, questa volta italiani. UNO DEI luoghi più frequentati della zona è l’area vicina alla piramide. Qui si possono incontrare i cosiddetti «passeggiatori». Uomini che non frequentano normalmente le prostitute, ma che si divertono a guardare gli altri e, quando capita, a partecipare attivamente agli incontri proibiti. Piazzale del Re è il primo vero snodo di questo variegato universo umano. In un angolo, quello che porta a piazza Puccini (centro dello spaccio di droga), si possono scorgere tre, quattro trans, tutte italiane, tutte sedute comodamente sulla propria auto. Nell’altro angolo, lungo viale del Quercione e viale della Tinaia, ci sono gli uomini che si prostituiscono. Persone vestite in modo normalissimo, con jeans, maglietta e scarpe da ginnastica, che si vendono saltuariamente, in base agli spiccioli che hanno racimolato durante il giorno. Marocchini, rumeni e, da circa sei mesi a questa parte, anche italiani. Ma se travestiti e trans attraggono una clientela in prevalenza molto giovane (non è raro vedere fermarsi liceali con il proprio scooter), i prostituti maschili sono ricercati soprattutto da un pubblico maturo, che di norma ha superato i cinquant’anni. Lungo il viale dell’Aeronautica è decisamente più raro incontrare chi si prostituisce. Lo spiazzo nel quale è morto Ezio Taddei è completamente al buio, il cestino dell’immondizia è ancora rovesciato. Fazzoletti e preservativi sono ancora lì, in bella vista. MA A mezzanotte e quaranta non si incontra nessuno, solo qualche giovane in bicicletta che ha trascorso la serata all’Anfiteatro e sta tornando a casa. In realtà quell’angolo del parco è normalmente poco frequentato dai mercenari del sesso. «È troppo al buio, troppo isolato, non si sa mai che tipo sia il cliente che incontriamo, io non mi fido — racconta Mary, una trans italiana, che da circa quindici anni frequenta le Cascine —. Alcuni miei amici sostengono che in quello spiazzo, verso le due, si possano trovare coppie scambiste e qualche guardone. Forse qualche ragazzo di quelli che si vendono a piazzale del Re ci va, ma non ne sono certa. Nei pressi dell’Anfiteatro ci sarebbero cinque, sei rumeni che trascorrerebbero la notte nel parco, con dei sacco a pelo. Ma è una voce che gira da cinque, sei anni. Io non li ho mai visti, né ho mai conosciuto un solo uomo che li abbia visti di persona».