Anche l’investigazione privata ha una storia e Firenze ne è protagonista. Lo testimonia Alberto Paoletti, un fiorentino doc nonché 007 per 50 anni che ha festeggiato le nozze d’oro con la sua professione nella sua sede Informark di via Calzaiuoli. Con l’occasione ha presentato la terza edizione del volume ’Le investigazioni private – Guida operativa’, opera scritta a quattro mani con Gianpaolo Luzzi. Una professione prestigiosa e particolare che in mezzo secolo ha visto passare le investigazioni private dalle cosiddette corna all’attualissima ’guerra dei dati’, attraversando quel vasto settore investigativo fatto di indagini in ambito aziendale (assenteismo, furti di brevetti) e poi stalking, bullismo e sette sataniche.
Paoletti, lei che è membro del Comitato legislativo Federpol, come vede questa ’guerra dei dati’?
"Come emerso nel congresso nazionale della Federpol, che si è tenuto recentemente a Firenze, in Italia gli attacchi cyber nel 2023 hanno avuto una crescita record del 65% mentre nel resto del mondo gli attacchi gravi sono aumentati di circa il 12% rispetto al 2022. Ecco perché durante i lavori del convegno si è parlato di ’guerra dei dati’, un argomento che non riguarda più una sfida per il futuro bensì un pericolo più che mai attuale. Perché i furti di dati non avvengono solo da parte di hacker che attaccano siti istituzionali, avvengono in realtà molto più vicine come nel mondo imprenditoriale dove dipendenti infedeli si appropriano di segreti aziendali e brevetti, oppure installano microspie per captare colloqui riservati. Ecco dunque che oggi il ruolo dell’investigatore è anche quello di individuare queste minacce ".
Durante il convegno Luciano Tommaso Ponzi (rieletto presidente nazionale Federpol), ha rievocato un altro evento di avanguardia fiorentina: il primo corso di tecniche investigative che lei organizzò nel 1988 col collega Pagliai…
"Sì, era necessario il riconoscimento del ruolo dell’investigatore privato nel nuovo processo penale e l’allora assessore regionale Marco Mayer, comprendendo l’importanza della riforma, concesse la sponsorizzazione al primo corso del genere in Italia. Oltre al magistrato Piero Luigi Vigna, vi parteciparono come docenti Corso e Amodio Frigo".
Leopoldo Gori