REDAZIONE FIRENZE

Torre a Cona apparecchia il ritorno della Tenda Rossa

Il motore della ristorazione riparte, e lo fa con il botto. In centro: Harry’s Bar che raddoppia e apre a Villa Medici; Giulio Picchi che porta il suo Caffè Cibreo all’Helvetia & Bristol. E poi c’è chi ci prova anche in collina. Il luogo è davvero bello, bellissimo: la villa settecentesca di Torre a Cona, a San Donato in Collina. Dove, a partire da giovedì 6 maggio, torna alla ribalta una coppia di chef da leccarsi i baffi: loro sono Maria Probst e Christian Santandrea (nella foto con, al centro, Niccolò Rossi di Montelera), vale a dire la più recente generazione ai fornelli di quella che fu la Tenda Rossa di Cerbaia, che ha chiuso i battenti a settembre. Il debutto a breve, giovedì, pranzo e cena, per ora soltanto all’aperto come impongono le norme anti-Covid. "Ma l’Osteria di Torre a Cona non vuole essere la riedizione della Tenda Rossa: piuttosto la proposta di sapori veraci, di tradizione e di territorio, in un ambiente di eleganza familiare, come a casa", precisa Niccolò Rossi di Montelera, proprietario di Torre a Cona (anche azienda vitivinicola, con 18 ettari di vigneti), erede della famiglia – nobiltà piemontese, per capirsi proprio quelli di Martini & Rossi – che ha acquistato nel 1935 la villa nelle cui cantine, durante la Seconda Guerra mondiale, furono nascoste opere di Michelangelo e Donatello, tra cui le statue del Duomo e delle Cappelle Medicee.

Niente pretese stellate, dunque. La cucina di Maria e Christian a Torre a Cona parlerà toscano stretto, certo con il tocco di classe che li distingue. "Sapori veraci – spiega Maria Probst – in tono con questo momento che ci chiede di ripartire dalla semplicità".

Paolo Pellegrini