Francesco
Gurrieri
Sono passati due anni da quando, in esilio nelle Marche, Cristiano Toraldo ci ha lasciati. Il suo più vicino compagno di viaggio, Adolfo Natalini ne scrisse un bellissimo pacato ricordo. Ne ripercorse l’intera vicenda umana e culturale, carica di successi per il mondo, fermandosi poi al doloroso caso della “Pensilina” della Stazione: "Un’opera pubblica, finanziata coi fondi per i mondiali di calcio, voluta dall’amministrazione pubblica, sottoposta a tutti gli enti e persino a Michelucci, ottenendone un’entusiastica approvazione: Finalmente qualcosa di moderno a Firenze!". Realizzata, appunto, nel ’90, ebbe vita breve, prima con enfatiche approvazioni, poi con mugugni crescenti, fino a immaginare veri e propri ’comitati contro’. "Da opera pubblica e collettiva – scriveva ancora Natalini – divenne lo sfizio di un architetto megalomane: tutte le colpe erano di Toraldo, lasciato solo davanti alle critiche e agli insulti. La manutenzione venne trascurata, il manufatto degradò e nel 2010 fu demolito dal sindaco Renzi (il rottamatore). Ne seguì amarezza e solitudine che, tre anni dopo, lo portò ad abbandonare Firenze per trasferirsi nelle Marche: a Filottrano ad abitare, a Camerino a insegnare. Ancora una volta Firenze aveva esiliato un suo cittadino, come quel ghibellin fuggiasco di cui, oggi, retoricamente, rivorremmo le ossa. Due anni dalla morte dell’architetto e 11 dalla demolizione, sono pochi per esprimere un giudizio storico sedimentato. Di quell’opera resta un bellissimo volume, ’Il Terminal di via Valfonda a Firenze’ (Alinea), caratterizzato da bei disegni e fotografie. Rubricherei l’episodio nell’armadio del pensiero di Adolfo Natalini: "Nel nostro Paese, e non solo a Firenze, nessuno ama l’architettura e gli architetti, rei di cementificazione e distruzione del paesaggio. Si rilevano solo i disastri dell’architettura, mai i successi … con una sola eccezione che è la venerazione per Renzo Piano". Ma di Piano, studente a Firenze e fulminato dalla Cupola brunelleschiana, parleremo in una prossima occasione.