OLGA MUGNAINI
Cronaca

L’ex ospedale di Luco nel Mugello. Il destino nelle mani del Maggio

L’ex ospedale di Luco nel Mugello, nonostante si trovi in drammatiche condizioni di manutenzione, in realtà è un “gioiello di...

L’ex ospedale di Luco nel Mugello, nonostante si trovi in drammatiche condizioni di manutenzione, in realtà è un “gioiello di...

L’ex ospedale di Luco nel Mugello, nonostante si trovi in drammatiche condizioni di manutenzione, in realtà è un “gioiello di...

L’ex ospedale di Luco nel Mugello, nonostante si trovi in drammatiche condizioni di manutenzione, in realtà è un “gioiello di famiglia“ uscito dal dimenticatoio qualche anno fa, per salvare le sorti della Fondazione del Maggio. La proprietà dell’immobile era della Regione, e per quanto abbandonata risultò utile per rimpinguare i conti del teatro cittadino che era davvero sull’orlo della bancarotta.

Si pensò allora di sfruttare il bene per la ricapitalizzazione del Maggio, assegnando all’antico convento camaldolese il valore di circa due milioni e 400mila euro.

L’operazione ha avuto la sua utilità economico-finanziaria, ma non è servita a salvare l’ex struttura sanitaria del Mugello dall’abbandono, che ogni giorno ad deprezzare il suo valore. L’ospedale nasceva più o meno un secolo mezzo fa, in quello che era stato il convento di San Pietro affidato alle suore camaldolesi. Nel 1990 il presidio sanitario è stato trasferito in una nuova struttura a Borgo San Lorenzo, lasciano tutti quegli spazi vuoti.

Certamente l’utilizzo, ma soprattutto la ristrutturazione di quel luogo, appaiono come l’ultimo dei problemi dell’attuale Fondazione del Maggio. Anche se lo ha in bilancio fra i suoi beni, al momento non possiede probabilmente le risorse per intervenire.

Il risultato è che il complesso sta cadendo a pezzi. Dal tetto sfondato ai loggiati, ovunque ci sono pareti scrostate e mura cadenti. Le intemperie, le infiltrazioni della pioggia e le erbacce proseguono il lento deterioramento, mettendo ogni giorno più a rischio la stessa stabilità strutturale. Le impalcature a sostegno delle crepe e dei primi crolli raccontano quanto la situazione sia diventata disperata. Ma ancor peggio è l’assenza di un qualsiasi progetto di recupero.

Olga Mugnaini