Oltre 300 chilometri in 128 ore: l'impresa eroica di un atleta fiorentino

A Courmayeur Brook Ranieri Barbieri, atleta della Us Nave ha completato il Tor des Geants: "Ho avuto dei crolli, il sonno mi agguantava. Ma ce l'ho fatta"

Brook Ranieri Barbieri

Brook Ranieri Barbieri

Firenze, 20 settembre 2021 - Un’impresa estrema e interminabile, lunga cinque giorni, 128 ore, 330 chilometri e 24mila metri di dislivello positivo. L’ha compiuta Brook Ranieri Barbieri, americano di nascita e fiorentino d’adozione, tesserato dell’Unione sportiva Nave, storica associazione podistica che conta 180 soci. Barbieri, 49 anni, ha stupito tutti portando a termine in cinque giorni la Tor des Geants, tra le ultramaratone più massacranti del mondo, che si è svolta nei giorni scorsi intorno alle Alpi della Val d’Aosta. Il percorso è lungo 330 chilometri, il dislivello positivo di 24mila metri: come scalare e scendere per cinque volte il Monte Bianco dal livello del mare.

Brook Ranieri Barbieri
Brook Ranieri Barbieri

Erano 820 gli atleti al via, provenienti da 49 paesi diversi, molti si sono ritirati durante il tragitto. Brook si è classificato 198esimo, tagliando il traguardo con 24 ore di anticipo rispetto al tempo massimo. "Sono partito domenica alle 10 da Courmayeur e sono arrivato venerdì, 128 ore dopo con due ore di sonno per notte - racconta l'atleta della Us Nave -. Più che una corsa è stata un'avventura nella quale ho perso anche la cognizione del tempo". Una sfida con se stesso contro l'infinito. "Ho avuto dei crolli, il sonno mi agguantava. Ero senza energie, in certi momenti camminavo come uno zombie. Ma ce l'ho fatta, ho imparato a conoscermi meglio e a scavare dentro di me per trovare energie che non pensavo di avere. Questa sfida mi ha tirato fuori tutto, sono soddisfatto". 

"Brook è una persona molto riservata, aveva informato pochissimi di noi riguardo all'intenzione di cimentarsi in questa avventura. Per la nostra associazione è motivo di orgoglio avere atleti di questa caratura", commenta il presidente della Us Nave. Durante la gara era stata preparata una carovana di aiuti per assistere i corridori nei minimi dettagli. "Ogni 50 km ci veniva portata la nostra borsa con tutto l'occorrente, c'erano a disposizione massaggiatori, un medico e brandine per stendersi. Ogni 10 km trovavamo ristori strutturati con tavolini dove sedersi e appoggiare un attimo la testa sul tavolo". Alla fine dell'ultramaratona Brook era sfinito. "Una delle vesciche si era infettata, sono dovuto passare dall'ospedale, ora sono sotto antibiotico". Finalmente il meritato riposo? Macché. "Datemi una settimana e tornerò subito a correre".

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