Terremoto, preside-custode sfida lo sciopero e riapre la scuola. 300 ancora senza casa

Preside-custode riapre la scuola a Scarperia e San Piero. "Qui i ragazzi ritrovano serenità"

Meri Nanni, dirigente dell’istituto comprensivo di Scarperia e San Piero

Meri Nanni, dirigente dell’istituto comprensivo di Scarperia e San Piero

Scarperia-San Piero (Firenze), 13 dicembre 2019 - Per due giorni i bambini erano rimasti senza scuola. Tutte chiuse, in ogni comune del Mugello, per l’emergenza-terremoto. E l’altro ieri, appena riaperte dai sindaci, ecco uno sciopero del personale amministrativo e di custodia. A Borgo San Lorenzo, tra polemiche forti dei genitori, gli alunni si sono trovati i cancelli chiusi, perché qualche custode era in sciopero e la preside ha deciso di non avviare le lezioni, nonostante la presenza delle insegnanti. A Scarperia e San Piero la dirigente scolastica, Meri Nanni, ha deciso altrimenti.

"Mancano dei custodi?", ha detto. "Andiamo io e la mia vice a sostituirli. Ma la scuola deve rimanere aperta". E per una mattina, nella materna di Scarperia, la preside ha svolto funzioni di custodia, per consentire ai bambini di andare a scuola. Mentre alla primaria si è presa l’incombenza la vice-preside. Pare che la dirigente abbia avuto pressioni dai sindacati, ma ha tenuto duro. E al termine della giornata ha scritto una lettera di ringraziamento e di spiegazione al personale scolastico e alle famiglie nella quale evidenzia come si trattasse di una situazione particolare, un «rientro dopo due giorni di stacco forzato, giorni in cui il nostro territorio è stato colpito duramente e le nostre emozioni sono state messe alla prova. Abbiamo cercato di conciliare lo spirito di accoglienza e solidarietà che in questi giorni si fa sentire più forte del solito e la necessità di sicurezza degli alunni con i diritti dei lavoratori, e non sempre è stato facile».

E sottolinea, «mentre rispetto e tutelo la scelta dei lavoratori in sciopero, apprezzo la scelta civica e il senso di responsabilità di quei lavoratori che, pur condividendo le ragioni dell’azione sindacale, hanno scelto di essere presenti per garantire i servizi e aprire le scuole, edifici sicuri a fronte di abitazioni che non sempre lo sono, ambienti confortanti di gioco, di amicizia, di normalità».

Ancora, però, la normalità è lontana, almeno a Barberino di Mugello. Perché quasi 300 persone sono ancora fuori di casa e non sanno quando vi potranno rientrare. Intanto il Comune, con i vigili del fuoco, sta lavorando per ridurre la «zona rossa», ed entro oggi si conta di limitare, almeno in parte, il perimetro, riaprendo il primo tratto di corso Corsini. Ieri si è poi stabilito, con la Regione, di sistemare le persone le cui abitazioni saranno dichiarate inagibili in albergo, e si sta stilando un elenco di esercizi alberghieri disponibili a convenzionarsi con la Regione e ad accogliere gli sfollati. «Entro pochi giorni - dice il sindaco Giampiero Mongatti - queste persone potranno essere sistemate». Le persone ospitate nei centri accoglienza stanno comunque calando: la prima notte, nelle diverse strutture di Barberino e Scarperia e San Piero, fu dato un letto a 473 persone, il secondo giorno diventate 314 e il terzo 278.

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