
di Giovanni Ballerini
Una serata intima ricca di canzoni e storie affascinanti in musica? Ci pensaSuzanne Vega, che domani alle 21,15 sarà in concerto al Teatro Romano di Fiesole accompagnata da Gerry Leonard alla chitarra, collaboratore di lunga data di David Bowie. In questo tour, che la vede protagonista in Usa, Regno Unito ed Europa, la cantautrice statunitense torna a riabbracciare i suoi fan riproponendo i successi in una versione calda, confidenziale e molto personale. Lo farà anche all’Estate Fiesolana, seguendo un po’ la traccia del suo ultimo album dal vivo "An evening of New York songs and stories", registrato al Café Carlyle a New York, che vede la Vega riannodare, con personalità e gusto, il filo della sua raffinata creatività. Nata come esponente di spicco del folk revival dei primi anni ‘80, Suzanne si è fatta conoscere e apprezzare, chitarra acustica a tracolla, interpretando con grande personalità le sue composizioni neo-folk nei club del Greenwich Village. Tra le cantautrici di maggior talento della sua generazione, inizia a farsi notare dal grande pubblico nel 1985 con un primo album (omonimo), che vende un milione di copie, grazie anche all’indovinata canzone "Marlene on the Wall" che sale in vetta alle classifiche e tiene la posizione per un bel po’ di tempo.
La poetessa del Village si conferma alla grande, raggiungendo il successo mondiale con l’album successivo "Solitude Standing", nominato a tre Grammy Award grazie anche a brani come "Tom’s Diner" e "Luka", considerato il suo capolavoro, un classico della musica pop che ancora oggi è la canzone più applaudita nei suoi concerti. A fare la differenza la distintiva vocalità della cantautrice di Santa Monica che amava Bob Dylan, Leonard Cohen, ma anche Lou Reed, è la sua voce chiara, cristallina, ma anche algida e incrollabile, che unisce stilemi e impostazioni europee a un elegante storytelling made in Usa, che si esalta in canzoni dedicate alla vita di città, alla gente comune e ad argomenti del mondo reale. In seguito la songwriter ha solcato ambiti indipendenti, sperimentando vari tipi di sound con canzoni impegnate e partecipando a lavori teatrali. Alla giovane poetessa con la chitarra ha fatto seguito un’affascinante antidiva, una matura outsider che ancora oggi calca il palcoscenico con eleganza, pathos e uno spiccato spessore intellettuale, che la continua a tenere libera da stilemi anche nella contemporaneità.