Sulle grandi note del Novecento Al Maggio la bacchetta di Gatti

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Con un repertorio raro e interessante, torna il maestro Daniele Gatti (foto) sul podio del Teatro del Maggio, per il suo secondo appuntamento sinfonico del Festival d’Autunno. Stasera alle 20, nella Sala Zubin Mehta, il programma del concerto è tutto italiano, con alcune tra le pagine più significative del Novecento storico ed i loro autori, che segnarono in profondità lo stile musicale del secolo breve. Apre la serata uno dei brani di esordio di Goffredo Petrassi, di ispirazione neoclassica: il Primo Concerto per orchestra, scritto fra il 1933 e 1934 dopo il successo immediato e vastissimo della "Partita" del 1932, rielabora il modello del concerto grosso e dello stile concertante barocco.

Si prosegue con Musica notturna di Giorgio Federico Ghedini: pagina affascinante, composta nel 1947, che evoca il passo cadenzato di un viandante nell’oscurità. In chiusura, il Concerto per orchestra op. 61 di Alfredo Casella, scritto su commissione nel 1937 per celebrare i 50 anni dalla nascita dell’Orchestra del Concertgebouw di Amsterdam. Concepito per mettere in risalto le qualità dell’orchestra dedicataria dell’opera, il brano impiega una scrittura virtuosistica, soprattutto nella sezione degli ottoni, spesso coinvolti in passaggi particolarmente impegnativi. Articolato in tre movimenti i cui titoli evocano forme del passato, il concerto recupera procedimenti e stilemi della musica della tradizione filtrati in chiave moderna.

Sono altri tre gli impegni del maestro Gatti per il 2022: il concerto sinfonico del 3 dicembre con il violoncellista Antonio Meneses, il Concerto del 31 dicembre con la Nona Sinfonia di Beethoven e, il 27 dicembre, la prima recita dell’atteso Don Carlo di Giuseppe Verdi, che inaugurerà il nuovo palcoscenico della Sala Grande del Teatro.

Chiara Caselli

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