REDAZIONE FIRENZE

Nuovo striscione di Blocco studentesco: “Il futuro non si chiama immigrazione”

Striscione sul cavalcavia del lungarno del Pignone. “Più che manodopera serve una nuova prospettiva, che rimetta al centro gli studenti italiani come attori privilegiati della cultura, del lavoro e del territorio”

Lo striscione di Blocco Studentesco apparso a Firenze

Firenze, 20 marzo 2023 –  Torna a far parlare di se il movimento di estrema destra Blocco Studentesco. 'Cultura del lavoro e partecipazione. Il futuro non si chiama immigrazione’. È lo striscione affisso da Blocco studentesco sul cavalcavia del lungarno del Pignone a Firenze. “Non si sa per quale motivo - dichiara la nota del Blocco Studentesco - siamo costretti a ricevere, da destra come da sinistra, l'imposizione per il quale gli immigrati siano la sola ed unica risorsa per il futuro delle imprese. Un rifiuto cronico da parte della classe dirigente italiana di rivolgersi ai suoi giovani, di mobilitare le forze e le capacità degli studenti, di far leva sulle scuole come uno strumento di potenza nazionale e non come semplice 'pollaio’ votato alla decrescita”.

"Per questo motivo - continua la nota del gruppo di estrema destro, - abbiamo deciso di affiggere in tutta Italia delle parole che speriamo possano tornare ad ispirare la politica, troppo spesso affetta da sfiducia e livore verso i giovani. A cosa servono gli immigrati se i salari rimangono tra i più bassi d'Europa? Più che manodopera serve una nuova prospettiva, che rimetta al centro gli studenti italiani come attori privilegiati della cultura, del lavoro e del territorio. Via gli stage non retribuiti, via i contratti precari, via i numeri chiusi nelle facoltà. Lo Stato deve dirigere l'istruzione con orchestrazione e lungimiranza, non avallando un sistema suicida”.

"Continuando a stringere le forbici dei tagli alla scuola da un lato - conclude la nota - ed investendo sul lavoro immigrato dall'altro, senza peraltro che a questo corrisponda un aumento delle tutele, l'Italia si troverà presto a dover fare i conti con un sempre più forte fenomeno di emigrazione, classismo e perfino depressione giovanile. Serve un cambio di passo sulla scuola, simultaneamente ad un cambio di valori che non siano più quelli del capitalismo finanziario apolide, ma quelli tracciati dalla storia del sindacalismo rivoluzionario italiano: comunità, lavoro e partecipazione. Nella salute della scuola oggi si troverà la via per la salute del lavoro di domani”.

A fine febbraio Blocco Studentesco fece parlar di sé per lo striscione, poi rimosso, davanti al liceo Da Vinci. “Non ci fermerà una circolare, studenti liberi di lottare”, la scritta contro la preside Savino, nota per la sua nota sul fascismo, nato dall’indifferenza.