MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

Strage dei Georgofili, cinque vite spezzate: “Vivono tutti nel cuore dei fiorentini”

La poesia ‘Tramonto’ della piccola Nada Nencioni è diventata il simbolo della lotta alla mafia. La maestra rivela com’è nata

La strage dei Georgofili

La strage dei Georgofili

Firenze, 27 maggio 2024 – Era passato un anno e quattro giorni dalla strage di Capaci, in cui morirono il giudice Falcone, la moglie e tre agenti di scorta, quando la mafia tornò ancora a colpire. Questa volta non in Sicilia, ma il cuore della città culla del Rinascimento e della cultura. Era una tranquilla notte di primavera inoltrata quando Firenze venne svegliata dal tritolo della mafia. Era il 27 maggio 1993, l’una e quattro minuti di notte. Nadia Nencioni pochi giorni prima dell'attentato aveva scritto la poesia ‘Tramonto’. E proprio ‘Tramonto’ è stato il nome data all'operazione che ha portato all'arresto di Matteo Messina Denaro, diventando il simbolo della lotta alla mafia. La genesi di quella poesia l’ha spiegata la sua maestra Maria Grazia Mangani: «I suoi compagni hanno pianto tanto per lei. Il ricordo di Nadia rimarrà per sempre in me e in loro. Era una bambina che aveva una grande gioia nel cuore. Pochi giorni prima avevo fatto una lezione sui punti cardinali, nord, sud, est e ovest. E a questo proposito lei mi chiese se poteva scrivere una poesia, Tramonto. Quando lessi i versi conclusivi (il sole sta andando via (a letto)/ è già sera tutto è finito) le chiesi: cos’è che finisce col tramonto? E lei mi rispose: “Maestra, finiscono i giochi”. Quando è stato arrestato Matteo Messina Denaro non ho provato nulla, un senso di vuoto. Lui, come Totò Riina, non hanno diritto a essere chiamati uomini». Giovanna Maggiani Chelli, instancabile presidente dell’associazione “Tra i familiari” scomparsa nel 2019 una volta davanti al Parlamento riunito disse: «Aspetto che la verità della strage venga scritta sui libri di storia». Nell’incontro di qualche giorno fa organizzato dalla Regione Toscana con gli studenti, è intervenuto anche Luigi Dainelli, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage: «La ricerca di verità e giustizia – ha detto - era fin dall’inizio uno dei nostri scopi. Purtroppo siamo ancora qui ad aspettarle, nonostante i processi, gli ergastoli e la condanna degli esecutori. Io sono vecchio, forse chi verrà dopo di me vedrà quando sarà fatta giustizia e piena luce. Già nel 1993 subito dopo la strage, alcuni procuratori dissero subito che non era solo mafia, che c'era qualche mente più raffinata che aveva suggerito l'attentato». Quarantotto i feriti di quella strage, oltre agli ingenti danni al patrimonio artistico del centro storico e degli Uffizi, che potevano essere anche maggiori se l’autobomba fosse stata parcheggiata pochi metri più là, come in effetti era nei piani. Cinque le vite recise: Caterina di appena cinquanta giorni di vita, la sorella Nadia di nove anni, i genitori Angela Fiume e Fabrizio Nencioni, e lo studente universitario Dario Capolicchio. Com’è scritto nella lapide sul luogo della strage messa dal Comune a perenne ricordo: «Vivono tutti nel cuore dei fiorentini».

Nasce oggi

Louis-Ferdinand Céline nato il 27 maggio del 1894 a Courbevoie. Una delle frasi celebri del genio letterario francese, autore del capolavoro ‘Viaggio al Termine della Notte', recita così: “Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga”.