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"Lettere senza confini": mamme scrivono ai figli che non ci sono più

Storie di mamme che hanno perso dei figli e che con i racconti scritti sul libro, riescono ad alleggerire il loro dolore. Con i primi proventi sono state consegnate due borse di studio per studenti di Amatrice

Alcune mamme che hanno scritto il libro

Firenze, 6 novembre 2019 - Storie toccanti che raccontano il più atroce dei dolori: la perdita di un figlio. È una lezione di coraggio quella che ci offrono sei sfortunate mamme, che nel libro ‘Lettere senza confini’, edito da Adv Edizioni, si rivolgono a figli mai nati o persi in incidenti stradali, durante il terremoto di Amatrice o per mano di ex mariti diventati violenti a tal punto da uccidere. Dalla condivisione del dolore è scaturito questo volume, in cui le lacrime riescono comunque a lasciar posto alla speranza. «Dal dolore possono nascere piccoli nuovi mondi e si possono trovare nuove spalle per sorreggere il peso - spiega la giornalista fiorentina Gaia Simonetti, autrice del libro -. Da questa base nasce il nostro volume, che ha un traguardo sociale. Parte dei proventi derivati dalla vendita hanno infatti contribuito a creare due borse di studio per studenti di Amatrice.

Ogni anno una borsa sarà intitolata ad un figlio destinatario della lettera». Ne sarebbe stato felice il giovane Filippo, che sua mamma Stefania ricorda attraverso una lettera contenuta nel libro. Ecco Barbara che si rivolge ad un bimbo mai nato e Stefania che parla al suo Lorenzo, scomparso in un incidente stradale causato da chi guidava sotto l’effetto di alcol e droga. Ancora, Paola che scrive alla figlia Michela, vittima di femminicidio, e Giovanna che si rivolge al suo Mauro. Anche lui ha perso la vita in un incidente. I suoi organi hanno salvato vite. Un grande gesto d’amore per cercare di andare oltre il dramma, per generare speranza anche da una tragedia. Spazio poi a Laura che indirizza il suo scritto alla figlia Elena, una delle prime time adottate dalla Russia e anche lei persa a causa di un incidente. Non si conoscevano le sei mamme, che arrivano da Firenze e dai comuni vicini, ma anche da Mantova e da Amatrice. Nel volume, spiega Simonetti, «l’inchiostro si mescola al dolore», ma si «declina sempre e comunque alla speranza e ad un nuovo percorso di vita». Per questo le mamme vanno nelle scuole fiorentine per confrontarsi coi giovani rispetto a temi centrali quali la violenza contro le donne, la donazione degli organi e la sicurezza stradale.