
I fiorentini si dividono sull’idea del M5s di vietare il fumo alle pensiline dei bus. Dattolo (Ordine dei medici): "Speriamo che l’atto venga approvato in Consiglio".
di Gabriele Manfrin
"Dai fumatori si può imparare la tolleranza. Mai un fumatore si è lamentato di un non fumatore". Lo diceva Sandro Pertini, con l’ironia lieve di chi credeva nel rispetto reciproco. Ma oggi in città la tolleranza smette di essere solo una virtù individuale: diventa una scelta politica, in nome della salute pubblica. La commissione Politiche sociali e sanità di Palazzo Vecchio ha approvato all’unanimità una mozione del Movimento 5 Stelle che propone il divieto di fumo alle fermate degli autobus e del tram, nei cimiteri e nelle aree cani. Contestualmente, l’atto impegna il Comune a individuare spazi dedicati per i fumatori.
Un primo passo, che invita l’amministrazione a un balzo in avanti sul tema, ma che per diventare operativo dovrebbe richiedere un passaggio in consiglio. Già nel 2014, vennero introdotti i divieti nelle aree gioco per bambini, negli impianti sportivi all’aperto, su spalti e tribune. Ma ora si guarda alle situazioni di attesa e stazionamento: luoghi affollati, vissuti da tutte le fasce d’età. Le reazioni, naturalmente, non si sono fatte attendere.
Giulio Cappelli ne dà una lettura critica: "Fa sorridere pensare che serva davvero a qualcosa, con l’aria che respiriamo. Il vero problema è l’inciviltà di chi butta i mozziconi a terra. Basterebbero cestini e multe".
Un punto, quello dei controlli, che preoccupa anche Stefano Romagnoli: "Mi chiedo se sia giusto dirottare personale per far rispettare il divieto. Nelle aree cani? Caleranno i frequentatori". Più possibilista Francesco Martini, che si rifà all’estero: "Altrove è la normalità, anche per strada. Basta che ci siano alternative a portata di mano". Ma il confine tra tutela e limitazione personale resta sottile.
Cecilia Strati è netta: "Siamo all’aperto. Non vedo il motivo. Nei luoghi chiusi ha senso, ma all’aria aperta proprio no". Stessa posizione per Loris Fortunato: "All’aperto non mi sembra corretto. Piuttosto, inaspriamo i divieti sotto i dehors, dove si mangia e si beve". Anna Fortunato pone una questione pratica: "Capisco il fastidio del fumo passivo, ma quali saranno i confini del divieto? Tutta l’area della fermata? Solo la pedana? E dove metteranno le zone riservate?".
Maria Paola Pelo la vede diversamente: "Penso che sia giusto. Alle fermate ci sono spesso bambini. Tutti hanno il diritto di non respirare fumo passivo". Un equilibrio lo propone Simona Brunetti: "Da fumatrice, direi no. Ma da persona consapevole, dico sì. Bisogna rispettare anche chi non fuma. In altri paesi è già così".
Alla base, per Leonardo Pasquinelli, ci sarebbe un valore dimenticato: "Il buon senso. Se c’è un bambino o un anziano vicino, un fumatore civile si sposta. Non per paura della multa, ma per educazione". Luca Righeschi non ci crede troppo: "Mi chiedo se questo tipo di divieti serva davvero a cambiare le abitudini o solo a farle spostare di qualche metro. Per carità, proteggere i non fumatori è sacrosanto, ma forse servirebbero più campagne di educazione e meno ordinanze". Diego Cabras invece la prende con ironia: "Capisco la scelta, ma un po’ di nostalgia mi rimane: certe abitudini, anche se sbagliate, fanno parte dei piccoli riti quotidiani".
Educazione, ma anche prevenzione: su questo batte il presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze Pietro Dattolo: "Vietare il fumo alle fermate sarebbe un segnale forte e concreto per la salute pubblica. Una scelta coraggiosa, che sosteniamo con convinzione. Ridurre gli spazi in cui si fuma scoraggia il tabagismo e protegge i non fumatori. La scienza è chiara: il fumo è ancora una delle principali cause di morte evitabile".
Secondo Dattolo, è essenziale agire proprio nei luoghi più frequentati da bambini, anziani e persone fragili: "Speriamo che la mozione venga approvata anche in Consiglio e sia solo un primo passo".