CIRO
Cronaca

Stare meglio mangiando bene. Contro l’ipertensione c’è l’aglio

Le sue capacità benefiche erano conosciute in passato e utilizzate anche dagli Egizi e da San Tommaso

Ciro

Vestita

Negli ultimi anni gli incidenti vascolari (ictus ed infarto) sono aumentati in modo esponenziale.

Le cause ? Le solite: cibo spazzatura e vita sedentaria. Io mi sono laureato nel 1976 e mai in quegli anni ho visto ricoveri per trentenni infartuati; erano (deo gratias) eventi rarissimi. Ora purtroppo sono la norma.

D’altro canto se ho trent’anni, mi nutro di trash food, fumo venti sigarette al giorno, non faccio mai una camminata, è chiaro che il mio cuore si ribella.

Soluzioni: iniziamo dalla alimentazione, rigorosamete mediterranea con due ortaggi miracolosi: aglio e cipolla; già da millenni considerati alimenti salvavita, ortaggi che fluidificano il sangue ma anche cibi energizzanti.

Il Papiro di Ebers (1550 a.C.) dedica un capitolo intero alle piante curative degli Egizi.

Pare che i faraoni incoraggiassero gli operai delle piramidi a fare largo uso di aglio, vista la sua fama di energizzante. (Cosa accadesse però con l’alitosi nelle sedute sindacali questo non ci è dato sapere).

Da sempre l’aglio è considerato il perfetto nutraceuta (alimento cioè che nutre e cura) e le sue virtù terapeutiche sono davvero immense.

In primis, abbassa fortemente la pressione arteriosa negli ipertesi, ma (miracolo della natura) non l’abbassa negli ipotesi. Il suo potere antiipertensivo è enorme.

Non solo: è un perfetto anticoagulante utile quindi a tutti i soggetti a rischio infarto o ictus.

E che madre natura faccia miracoli non ci deve meravigliare; pensiamo ad un alleato dell’aglio, il peperoncino che secondo recenti studi permette un notevole abbattimento dell’insorgenza di patologie vascolari cerebrali e cardiache.

E per chi crede che il peperoncino sia un ortaggio della nonna ricordo che nel 2021 il medico statunitense Juilius David ha vinto il premio Nobel per la medicina proprio con gli studi sul peperoncino.

Ma l’aglio ha anche un immenso potere antimicrobico e soprattutto antiparassitario.

Aggiungere un po’ di aglio nella minestra del bambino vuol dire proteggerlo dai comuni virus ma anche da ossiuri ed altri parassiti intestinali.

Ancora, l’aglio abbassa fortemente la glicemia e i valori di colesterolo.

È inoltre un grosso chelante, capace cioè, se mangiamo per errore cibi con metalli pesanti (cosa non certo rara) di assorbire inquinanti pericolosi quali cadmio, piombo, mercurio (quest’ultimo ahimè molto presente in tonni e pesci spada).

Per eliminare (cosa non facile) il problema della alitosi si possono masticare dopo il pasto dei chicchi di caffè.

Alla stessa famiglia delle liliacee appartengono anche gli asparagi, la cipolla, il porro e lo scalogno.

Hanno tutti le stesse proprietà dell’aglio anche se in misura ridotta.

Lo scalogno (così chiamato perche arrivò dalla città di Ascalonia in Palestina) è quello più gradito ai bambini visto il suo sapore fragrante e dolce.

Ma quale aglio scegliere? In Italia ci sono ottime cultivar; in primis l’aglio rosso di Vicenza, poi quello abruzzese e lucano.

Non amo invece l’aglio che viene dall’estero.

Spesso, infatti, per evitare la germinazione gli agli vengono irradiati con raggi gamma che non sono davvero il massimo della salute.

Una curiosità, per così dire, gustosa: San Tommaso D’aquino era chiamato dai contemporanei il “Bue muto“ perché era grosso e perché parlava poco; aveva una pancia così grossa che i suoi confrattelli dovettero tagliare una semiluna del tavolo da pranzo per far entrare la sua pancia.

Si narra che i suoi chierici temendo per lui un infarto, lo rimpinzassero di aglio e cipolla.