Elettra Gullè
Cronaca

UniFi, al polo di Novoli inaugurata la stanza del silenzio

La rettrice: “Un luogo laico, uno spazio speciale che offre protezione e consolazione, una stanza per il dialogo e il confronto”

Firenze, 2 maggio 2024 - Due grandi tappeti, tre sedute di design: eccola la stanza del silenzio, che si trova all’interno della biblioteca del polo delle Scienze Sociali. Da oggi, tutti gli studenti che ne sentiranno la necessità potranno trovare uno spazio di raccoglimento proprio lì: si potrà pregare, riflettere, ascoltare se stessi. Insomma, come ha evidenziato la rettrice Alessandra Petrucci, “si tratta di un luogo laico, uno spazio speciale che offre protezione e consolazione, una stanza per il dialogo e il confronto”. E ancora: “Un luogo plurale, senza simboli e senza ideologie. Questa stanza, in una cultura improntata al rumore e alla solitudine del virtuale, invita ad ascoltarsi”, ha aggiunto la rettrice. Nessuno studente, dunque, dovrà più rifugiarsi in un sottoscala per pregare.

Era lo scorso febbraio quando venne ufficialmente avanzata questa richiesta, durante un incontro nell’aula magna del rettorato al quale parteciparono l’imam Izzedin Elzir, padre Bernardo Gianni, abate di San Miniato al Monte, e Gad Piperno, rabbino capo di Firenze.

Oggi si sono tutti ritrovati al polo di Novoli per il taglio del nastro. Insieme a loro, tra gli altri, la consigliera della Metrocittà Letizia Perini e Gaia Moretti, rappresentante degli studenti in Senato accademico.

Per presentare alla comunità accademica la stanza del silenzio, l’Ateneo ha scelto le parole di Dag Hammarskjold, segretario generale delle Nazioni Unite dal 1953 al 1961: “Ciascuno di noi si porta dentro un nocciolo di quiete, circondato di silenzio. L’obiettivo è stato creare in questa saletta un luogo le cui porte possano essere aperte ai terreni infiniti del pensiero e della preghiera. Qui si incontreranno persone di fedi diverse, e per questo motivo non si potrà usare nessuno dei simboli cui siamo abituati nella nostra meditazione”.

Molto soddisfatto l’imam, che parla di una “iniziativa molto bella, positiva”, che è la “dimostrazione di come la nostra società sia sempre più in crescita verso la libertà”. “Qui - ha aggiunto Elzir, - si può pregare, ma non solo. Ci si può confrontare, nell’ambito di una laicità accogliente che non esclude nessuno ma che anzi valorizza le diversità”.

L’idea iniziale di una stanza del silenzio, ha ricordato il rabbino Gad Piperno, “emerse durante un incontro organizzato da dei giovani musulmani al quale io venni invitato. Ecco, emerse con forza il bisogno di questi ragazzi di avere un luogo come questo, uno spazio in cui persone di religioni differenti possano incontrarsi e vivere anche dei momenti di ‘sentire comune’, oserei dire di ‘complicità’, che è poi l’esatto opposto di quel che purtroppo stiamo vivendo in molte parti del mondo”. E Padre Bernando: “Questo spazio è nato grazie alle parole ben espresse dal rabbino, che ha raccolto un’esigenza molto sentita, ma anche da quegli abbracci e da quelle parole non dette in occasione di quello straordinario momento di mobilitazione cittadina che è stato la salita a San Miniato, lo scorso ottobre, per dire tutti insieme no al terrorismo, no alla guerra e no a qualsiasi contrapposizione violenta”. Qui, oggi, ha proseguito Padre Bernardo, “celebriamo una piccola grande rivoluzione antropologica, perchè in un’università pubblica si destina, direi quasi provocatoriamente, uno spazio all’inazione, in un tempo in cui l’arroganza del fare vorrebbe ancora di più posizionarci, anche intellettualmente, gli uni contro gli altri”.

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