
Finalmente ci siamo. Chiusi i lavori per il nuovo campo, sistemati gli spogliatoi, data una mano di nuovo a tutta l’area, allo Sporting Arno è tempo di tagliare il nastro e ricominciare l’attività.
Venerdì sera è atteso a Scandicci il presidente della Regione, Eugenio Giani alla cerimonia che vedrà la presenza delle istituzioni.
A fare gli onori di casa il sindaco Fallani, con l’assessore allo sport, Ivana Palomba e soprattutto tutti gli atleti che militano nella società sportiva che ha dato molti atleti al calcio professionistico.
Il progetto approvato dall’amministrazione ha portato al rifacimento del campo di calcio a 11 in erba sintetica grazie alla sostituzione del vecchio manto in erba artificiale - molto deteriorato - con uno nuovo di ultima generazione; erano inoltre previste le nuove recinzioni perimetrali per la separazione tra il pubblico e l’area di gioco, i nuovi cancelli e la rete parapalloni sulle testate del campo; nella seconda fase di lavori sono stati fissati gli interventi di adeguamento degli accessi e degli spazi spogliatoio, nonché la riqualificazione della zona riservata al pubblico con i nuovi bagni, i nuovi percorsi e le uscite di sicurezza; era infine prevista la sostituzione dell’attuale copertura degli spogliatoi con una nuova a pannelli coibentati.
L’intervento, per il quale era stato fissato un investimento di 815 mila euro da quadro economico, ha un finanziamento di 800 mila euro da parte del Coni grazie ad un bando governativo per sport e periferie a cui il Comune di Scandicci ha partecipato nel 2017. Cinque anni dopo, tanti ritardi e proteste dopo siamo arrivati alla fine dei lavori. E finalmente i ragazzini potranno avere un impianto valido e totalmente rinnovato per giocare.
Il campo di Badia a Settimo, che è in gestione all’Unione sportiva Sporting Arno, è stato realizzato in più fasi durante gli anni ‘70 e ‘80 e necessitava di queste opere di riqualificazione e di adeguamento per lo svolgimento dell’attività calcistica.
Una necessità, quella di ristrutturazione che è condivisa anche da molti altri impianti sportivi sul territorio realizzati tra trenta e quaranta anni fa – e che inevitabilmente mostrano i segni del tempo e dell’usura e che l’amministrazione deve sistematicamente manutenere per tenerli aggiornati alle normative vigenti in materia di sicurezza.
Fabrizio Morviducci