REDAZIONE FIRENZE

Sperare è ancora roba da giovani?

Caro Vichi, ho due figli giovani, 18 e 22 anni, e quando parliamo del futuro, di come lo vedono, di cosa si aspettano, sento in loro un certo pessimismo, magari non del tutto consapevole, e una sorta di rassegnazione. Ricordo bene che la mia generazione aveva altre aspettative, e uno sguardo sul futuro ben diverso, più positivo, nonostante tutto. Ammetto di non avere più l’ottimismo, forse un po’ ingenuo, di una volta, ma la speranza, si sa, è dura a morire. Allora mi domando, riguardo ai giovani di oggi: crescere senza una meta non dico luminosa, ma almeno un po’ piacevole, non è immensamente triste?

Silvana

Gentile Silvana, sono d’accordo con lei, purtroppo. Nei primi anni 60 ero un bambino, e alla fine del decennio ero un adolescente. Ricordo bene quegli anni, per me mitici (gli unici, devo dire). I grandi fermenti di allora hanno acceso scintille di cambiamento, hanno svecchiato il mondo, hanno avviato processi di "liberazione" che non si sono più fermati (anche se su certe questioni c’è ancora da camminare). Ma in quegli anni – forse un po’ ingenui – il "clima interiore" era più luminoso: il futuro non poteva che essere migliore, il mondo non poteva che diventare più bello, bastava impegnarsi, lottare contro le forze contrarie e tenere gli occhi aperti. Sembrava che la Storia fosse governata da una sorta di "provvidenza laica", capace di camminare lungo il sentiero che portava alla sconfitta delle ingiustizie, alla fine di tutte le guerre, alla "bellezza che avrebbe salvato il mondo." Vivere con quello sguardo negli occhi era incoraggiante. Certe avventure non sono andate come molti speravano, ma la storia ci ha insegnato che accade praticamente sempre: si punta un obiettivo sano e nobile, poi tutto si inquina fino a trasformare la luce della speranza nel buio della delusione. Ma credere in un futuro migliore fa bene. Oggi, sfido chiunque a dire che il futuro sarà migliore. E molti giovani, mi sembra di capire (ma non generalizziamo), considerano il futuro una notte senza luna. Magari non necessariamente catastrofico, però difficile da immaginare… e forse non hanno nemmeno voglia di pensarci.