
Sollicciano perché? Perché le cimici, quel maledetto tetto piatto la cui copertura è stata sempre fatta male. Perché le cimici tutto l’anno, la scarsa ventilazione anche per gli ambienti bassi, d’estate caldo e afa opprimenti. Perché l’acqua calda che non c’è, o l’acqua che scende dalle docce tramite soffioni improvvisati perché molti di quelli normali sono chiusi, o non funzionano più, ’sostituiti’ da bottiglie di plastica rovesciate. Perché l’acqua che fuoriesce e striscia fino ad allagare le celle; perché la muffa che verdeggia in quei locali prolifera e rende malsani gli ambienti.
Non è certo finita. La lista è lunga. Denunce di detenuti e addetti ai lavori, episodi di cronaca drammatici, anche recenti – 951 eventi lesivi, tra questi i casi di suicidio – hanno indotto Magistratura democratica a programmare una serie di visite negli istituti penitenziari della regione (in cui sono detenute al momento 3100 persone), con la collaborazione della dirigente della Casa Circondariale di Sollicciano Antonella Tuoni, di funzionari amministrativi e ufficiali di polizia penitenziaria, del presidente del Tribunale di Sorveglianza Marcello Bortolato, di Alessio Scandurra (per Antigone) del presidente della Camera Penale Luca Maggiora, dell’Osservatorio carcere avvocato Leonardo Zagli.
Prima tappa Sollicciano, e non poteva essere diversamente, pur essendo ben presente anche la drammaticità della situazione al carcere Le Sughere di Livorno. Unica eccellenza, Massa. Come in Lombardia Bollate
"I detenuti si arrangiano. L’arte di arrangiarsi è la vera cartina al tornasole di tutte le mancanze" dice l’avvocato Maggiora. I numeri: 500 detenuti, 463 uomini e 37 donne. "Ora finalmente niente bambini". Però tre delle sezioni maschili sono chiuse per il rifacimento dopo i lavori a quelle femminili. Dunque più che il numero in assoluto conta il tasso percentuale: alta, al 115% rispetto a quella che dovrebbe essere la soglia normale, il 98%. "I detenuti sono stipati". Altri dati: 319 gli stranieri (69%), 208 quelli in attesa di giudizio, 255 i definitivi. Molti i tossici, molti con disagi. Problemi psichiatrici: non dovrebbero stare dentro, bensì in una struttura territoriale. Per i pazienti con problemi di salute mentale, 8 (sono tanti) occorrerebbe una Rems. "Mancano corsi di socializzanti, ma il limite più grande è la carenza di psicologi, mediatori culturali e altre figure professionali. La comunicazione è difficile, è difficile una progettualità che porti all’uscita dal carcere. E lavoro: uno ogni 6-7 mesi che dura al massimo 1-2 con una mercede bassa, non aiuta la funzione rieducativa. La coperta non è troppo corta. Semplicemente, non c’è". Con una situazione penitenziaria del genere che non garantisce i diritti dei detenuti occorrerebbe almeno una dimunizione del numero degli stessi, attraverso gli strumenti di legge certo. Pene alternative. Misure come i braccialetti elettronici. Dice ancora Maggiora: "Sono ben applicabili, una soluzione importante. Il numero delle violazioni è minimo".
giovanni spano