
Tribunale (foto d'archivio)
Firenze, 26 gennaio 2018 - L’accusa è pesantissima: furto aggravato. Soprattutto perché piovuta sulla testa di un ex volontario Humanitas Firenze Nord di 35 anni, che, il 5 marzo, siederà di fronte al giudice Lisa Gatto per rispondere del furto di un Rolex Gmt da 10mila euro. Messo a segno, secondo l’accusa, proprio durante un intervento di soccorso in casa di un uomo che aveva chiamato l’ambulanza dopo essersi sentito male. Per capire cosa è successo si deve riavvolgere il nastro all’agosto del 2016.
Il dottor Borgioli è da solo nel suo appartamento in zona viali quando, per la febbre alta e la pressione bassa, chiama il 118. Sul posto arrivano in tre: due volontarie non entrano in camera da letto dove si trova l’uomo, mentre il terzo, il 32enne, si avvicina per prendergli i parametri. Sul comodino c’è un rarissimo Rolex da collezione: un Gmt acciaio e oro con il quadrante color cioccolato. Mentre Borgioli viene accompagnato fuori da casa in carrozzina spinto dalle due volontarie, il soccorritore torna in camera dell’uomo, sospettando di aver lasciato lì i macchinari per le rilevazioni. Borgioli invita il 32enne a tornare a controllare. Ma dopo una notte di accertamenti a Santa Maria Nuova per l’uomo, tornato a casa, arriva la doccia fredda: la salute è in regola ma sul comodino l’orologio non c’è più.
I sospetti di Borgioli, assistito dall’avvocato Alessandro Becattini, cadono subito sul volontario e su quel ritorno solitario in camera e così scatta la denuncia ai carabinieri di borgo Ognissanti. Sospetti che si ingigantiscono dopo le indagini disposte dalla Procura. Dal computer del volontario, dopo il sequestro disposto dal sostituto procuratore Gianni Tei, infatti saltano fuori ricerche su Google e siti specializzati, eseguite nei 7 giorni successivi all’intervento a casa di Borgioli. Quasi tutte inerenti il presunto valore del Rolex sparito dall’appartamento: acciaio e oro con quadrante cioccolato che, fra gli intenditori, viene chiamato «Dial Chocolate».
Nello smartphone invece, risulterebbero chiamate a persone che avrebbero avuto precedenti per ricettazione. Mentre dalle perquisizioni in casa del volontario del 118 è saltato fuori un armadio griffato non compatibile con i suoi guadagni e il suo tenore di vita: abiti di Hermes e borse di Louis Vuitton che lanciano altre ombre, per gli inquirenti, su un’attività parallela a quella di volontario del 118. Troppe coincidenze, indizi che hanno portato al rinvio a giudizio del 35enne per furto aggravato. A non saltare fuori, invece, per ora, è stato l’orologio Rolex che Borgioli aveva ereditato dal padre dopo la sua scomparsa. «Si tratta di un oggetto – si sfoga l’uomo – che ha un grande valore affettivo. Faccio un appello a chiunque sia entrato in possesso dell’orologio: mi è stato regalato da mio padre che, purtroppo, non c’è più». Un dono placcato più che dall’oro, dal valore, ben più prezioso, del ricordo.
Claudio Capanni