ANTONIO TADDEI
Cronaca

’S’io fossi sindaco’ Parola ai residenti: "Incuria e degrado rovinano il paese"

Dal Bargino a Decimo passando per il centro storico si alza la richiesta: "Più cura per le piccole cose"

’S’io fossi sindaco’ Parola ai residenti: "Incuria e degrado rovinano il paese"

Alla domanda "S’io fossi sindaco" del Comune di San Casciano c’è chi ha avuto qualche titubanza. "Io non mi ci vedrei con la fascia tricolore – dice Stefano –. Però a qualche lavoro metterei subito mano. La zona del Bardella attraversata dalla via Empolese da anni è in sofferenza. E’ difficile raggiungere il paese nel tratto centrale per un edificio che da anni versa in condizioni fatiscenti, privo di marciapiede e muri pericolanti. Con una carrozzina non si riesce a passare da sotto il ponteggio che tra l’altro in due occasioni è stato agganciato dal rimorchio di tir. Tra l’altro c’è il divieto di transito agli autotreni, ma ci passano ugualmente perché è una scorciatoia per andare a prendere la Fi-Pi-Li. Insomma, ridarei sicurezza a chi a piedi deve andare in centro".

Andiamo nella zona di Decimo, fino a pochi anni fa un’oasi di pace. Roberto, se fosse sindaco, non ha dubbi: "Riqualificherei l’area della bellissima pieve di Santa Cecilia, bella sul davanti, ma basta girare sul retro e s’impatta in delle case coloniche pericolanti. C’è poi il parcheggio di via Decimo, questo lo curerei in maniera diversa dotandolo di una buona illuminazione. Anche le vie vicine sono molto buie, non si passeggia tranquilli e forse non a caso questo facilita i troppi furti nelle abitazioni. Inoltre risistemerei via don Gino Gamannossi, diventata molto pericolosa dalle radici dei pini che hanno trasformato l’asfalto in montagne russe".

Spostandoci nel cuore del paese non mancano criticità. Marco se fosse sindaco che farebbe? "Aprirei un tavolo di crisi permanente per le attività, questo per accompagnare il cambiamento socio economico in cui stiamo vivendo. Il mercato on-line andrà a sopperire a tutto. Certo, tutto ciò non la può gestire un’amministrazione comunale, ma, però la può accompagnare e aiutare in quella che è la trasformazione in corso, venendo incontro alle esigenze di chi sta attraversando un periodo terribile. I negozi e le attività commerciali oltre a rappresentare un punto di riferimento per la popolazione, sono anche un’auto controllo del paese. L’economia sta cambiando la società e non riguarda solo il paese di San Casciano".

C’è anche chi non vorrebbe mai diventare sindaco. E’ il caso di Massimo che dice: "Se io fossi sindaco diventerei subito antipatico. Un sindaco deve avere una visione che non porta nulla per sé, ma tutto alla popolazione. Ma se proprio dovessi farlo, la prima cosa che farei sarebbe quella di fare una scuola tecnica, di specializzazione, una scuola di enologia, usufruibile anche dai comuni limitrofi, senza dover mandare a studiare a Firenze i nostri ragazzi". Anche Andrea racconta che se avesse la fascia tricolore "curerei di più il lato estetico del paese, rimetterei a posto le pietre di piazza Pierozzi, così come ridipingerei lo sdrucciolo di via Guarducci che da piazza Pierozzi porta in piazza Cavour, un angolo caratteristico del paese dove si passa sotto la Torre dell’Orologio".