
Silvia Guagni
Firenze, 17 maggio 2019 - C’è un enorme bazar a Firenze dove tutto - dai passeggini ai divani, dalle credenze alle scarpe con i tacchi a spillo - è completamente gratuito. Basta prenotarsi, se possibile in tempi rapidi, per arrivare prima degli altri. Dove si trova? Su Facebook, ma il social network è solo un tramite tra persone che vogliono disfarsi di qualcosa e altre che, invece, hanno bisogno proprio di quell’oggetto. Il gruppo che permette di accedere a questa incredibile varietà di articoli senza tirar fuori un euro si chiama «Te lo regalo se lo vieni a prendere» e, per entrare, è richiesta una semplicissima iscrizione.
Si tratta di un luogo virtuale molto affollato: 51mila membri, tutti fiorentini. È una delle bache virtuali più attive del capoluogo toscano. Più della metà degli iscritti scrive annunci con regolarità, il che spiega il numero esorbitante di oggetti - circa un centinaio - che ogni giorno vengono offerti e ritirati, in un via vai frenetico da una casa all’altra dove i soldi, però, sono assolutamente banditi.
A gestire questa enorme mole di scambi, con piglio deciso e regole ferree, sono tre giovani donne fiorentine: per loro, il ruolo di amministratrici di questa comunità virtuale, è una specie di secondo lavoro non retribuito. «Volontariato» sintetizza Silvia Guagni, una delle tre, l’unica disposta a farsi intervistare mentre le altre, Veronica e Simona, preferiscono rimanere dietro le quinte.
In effetti questo mercato virtuale ha risvolti etici non di poco conto: permette a chi non ha molte possibilità di entrare in possesso di oggetti che altrimenti non potrebbe permettersi. E riduce lo spreco. «Il nostro motto è che niente deve essere buttato – sostiene Silvia –. Meglio riciclare regalando a chi ha bisogno». Mantenere questo standard è piuttosto faticoso, perché nel gruppo ci sono speculatori e furbetti in agguato, pronti ad approfittare delle offerte gratuite, per poi mettere in vendita gli oggetti.
«Abbiamo cercato di porre un freno a chi si accaparrava molti oggetti, mettendo un limite di prenotazioni nell’arco delle 24 ore». Il loro rigore è proverbiale e non ha mancato di sollevare pesanti risentimenti. «Negli ultimi due anni – continua – Silvia – abbiamo ricevuto moltissimi messaggi offensivi e perfino minacce di morte». Chi glielo fa fare? La convinzione di svolgere un compito prezioso. «Ci è capitato di fornire un supporto psicologico a persone che ci hanno confessato di essere accumulatori seriali. O di dare una mano a una mamma rimasta sola con due bambini».
E poi c’è anche il divertimento e gli incredibili imprevisti che questa avventura virtuale ha portato nelle loro vite. Le sorprese sono all’ordine del giorno, soprattutto con un pubblico come quello fiorentino, amante degli scherzi e dell’ironia. Accanto ai videogiochi e ai divani, c’è chi offre gratuitamente la suocera o la bambola di porcellana, che gli fa paura. O il poeta che regala un pupazzo di neve. Si creano veri e propri legami sotterranei. Come la ragazza che ha ricevuto in regalo il libro di una delle sue autrici preferite e, sfogliandolo, si è imbattuta in una dedica.
Non mancano le lezioni di vita. Qualche giorno fa una delle amministratrici ha rimosso un post apparso in orario serale che annunciava dei vestiti di marca in regalo, offrendoli al primo che si fosse presentato al suo domicilio. Si è scatenata una vera e propria corsa. L’amministratrice Simona è intervenuta con fermezza, invitando le persone ad avere più dignità: «Si può fare a meno di un piumino di marca, ma non dell’amor proprio. Questo è un gruppo di regalo, è vero, ma non fatevi trattare da accattoni».