M. Serena Quercioli
Cronaca

Addio a Sergio Cianti, la sua battaglia per le autostrade più sicure dopo la tragedia del figlio

Ex custode del campo del San Lorenzo, nel 1998 perse il figlio che precipitò nel vuoto dopo un incidente. Da allora trasformò il dolore in forza battendosi per far posizionare le reti sotto i cavalcavia di tutta Italia

Sergio Cianti, ex custode del campo di calcio del San Lorenzo

Sergio Cianti, ex custode del campo di calcio del San Lorenzo

Campi Bisenzio, 14 agosto 2025 – E’ morto Sergio Cianti, ex custode del campo di calcio del San Lorenzo ma soprattutto un campigiano grazie al quale i viadotti autostradali oggi sono sicuri. Sergio era il padre di Diego, un ragazzo di 24 anni che il 26 settembre 1998 precipitò nel vuoto per 17 metri e morì. Diego stava andando con due amici, a bordo di una Y10, a Monaco di Baviera all’OktoberFest, quando sul viadotto Quercia Setta a Marzabotto, l’auto sbandò finendo contro il guardrail con la fiancata sinistra. I tre ragazzi, illesi, scesero dallo sportello di destra.

Cianti però decise di risalire in auto per recuperare il telefonino, e pensando di ripararsi dal traffico saltò il guard-rail, separato da quello dell’altra carreggiata da un varco di poco più di un metro, precipitando nel vuoto. Da allora se sotto i cavalcavia ci sono le reti è anche per merito di Sergio, di sua moglie Gina, dell’altro figlio Andrea che per anni si sono impegnati nella sicurezza stradale. La famiglia Cianti non si è limitata a partecipare ai processi che in Corte di Appello a Bologna, videro a giudizio i dirigenti del tronco autostradale.

Sergio Cianti, con tanta abnegazione riuscì a dirottare tutto il dolore per la perdita del figlio nell’attività prima dell’Associazione Familiari Vittime della Strada e poi in quella europea. Con la campagna «Una rete per non morire» tante reti sono state collocate: la stessa sentenza ricorda che dall’agosto 2002 «tutto il tratto appenninico è stato adeguato con strutture per impedire lo scavalcamento».

L’impegno di Sergio Cianti per la sicurezza stradale non si fermò qui: l’operaio imparò a usare il computer, a incontrare i politici, iniziò a confrontarsi con i Comuni, con l’Asaps (associazione Amici della Polizia Stradale). Nel 2004 con l’assessore alla sicurezza del Comune di Firenze Graziano Cioni (nel 1996 perse la figlia Valentina in un incidente stradale, ndr) e altri genitori idearono una nuova campagna sulla sicurezza stradale «Era mio figlio» tappezzando Firenze con 180 manifesti: in foto 40 giovani morti in altrettanti incidenti stradali, veicoli distrutti, corpi coperti da lenzuola e il volto del genitore. Si unirono a lui Anna Maria Pignatelli, poi Doretta Boretti e tanti altri.

Nel 2007 partecipò ad un altra campagna per la sicurezza stradale «La vita è tua. Non perderla per strada» con testimonial il calciatore della Fiorentina Giampaolo Pazzini. C’era anche Giovanni Galli della Fondazione «Niccolò Galli». Negli ultimi anni si dedicava al San Lorenzo Calcio e in un mese un brutto male se l’è portato via. Il funerale sarà oggi alle 9 nella chiesa di San Lorenzo. Sergio Cianti poi, dopo la cremazione, riposerà col figlio Diego, nel cimitero della Misericordia.