Giovanni
Morandi
C’è una domanda che rimane sottintesa in tante discussioni che animano questi giorni: un fiorentino vale quanto un turista o un po’ di più o un po’ di meno? A noi parrebbe che i fiorentini debbano valere un po’ di più, per una questione di appartenenza che si basa sulla convinzione condivisibile che Firenze è casa mia. E se questo è vero perché dovrei pagare il biglietto per stare a casa mia? E quando si dice fiorentini si intendono gli abitanti di tutta la provincia perché risulterebbe offensivo pensare che un cittadino di Scandicci o Bagno a Ripoli non potesse dirsi fiorentino e dovesse sentirsi diverso da uno del ponte alla Vittoria. E però così non è, tant’è vero che il centro si spopola sempre di più perché è diventato difficile viverci con sempre più ostacoli e barriere. Normalmente brutte come quelle che hanno messo sul sagrato di Santo Spirito. Un altro esempio è il biglietto che i fiorentini devono pagare in certi giorni per andare a Boboli. Non solo è sbagliato ma è ingiusto perché le ragioni che inducono i fiorentini a farsi una passeggiata in Boboli sono diverse da quelle che spingono un turista. Chi abita in Oltrarno lo fa anche per respirare un po’ di aria buona e dunque non è troppo contento di dover pagare una sorta di tassa sull’aria. I residenti hanno rivolto un appello al direttore degli Uffizi, che in genere sa conciliare capacità e competenza, speriamo gli siano buone consigliere. Altrimenti non meravigliamoci se al prossimo censimento gli abitanti del comune continueranno a diminuire. Come se a Milano facessero pagare il biglietto per entrare nel parco Sempione. I milanesi che a volte si infiammano facile farebbero le barricate. Non che i fiorentini non ne siano capaci, sia chiaro, ma evitiamo che accada. Grazie.