STEFANO
Cronaca

Se l’apparenza vince su valori siamo sconfitti

Stefano

Grifoni

L’apparire ha assunto un ruolo importantissimo nella nostra società di oggi. Il culto della esteriorità ha portato inevitabilmente a utilizzare l’apparenza come comportamento esteriore nelle sue forme più patologiche, unica realtà che conta oggi e sulla quale molti organizzano la loro mediocre esistenza. Da una parte l’apparenza può essere di aiuto per nascondere la verità delle cose e dall’altra può essere vista come l’inizio di un qualsiasi processo cognitivo che riflette un modo particolare di interagire con l’ambiente. Una persona che ha l’abitudine di vivere soltanto di apparenze lascia sempre intravedere alcune verità. Più semplicemente l’apparenza favorisce l’ingresso nel mondo dell’inganno e del negativo e porta con sé la corruzione e la decadenza di un sistema. Chi vive di apparenze chiede sempre agli altri ciò che non è in grado di dare. E, di conseguenza, si tratta di una persona che si sente insoddisfatta nella maggior parte delle situazioni. Qualcuno ha detto: "Tutto il mondo è un palcoscenico e tutti gli uomini e le donne solamente degli attori. Essi hanno le loro uscite e le loro entrate. Ognuno nella sua vita recita molte parti". Oscar Wilde ha cercato di restituire all’apparenza la sua dignità scrivendo "che solo la gente mediocre non giudica dalla apparenze. Il vero mistero del mondo è il visibile non l’invisibile". Le apparenze contano forse perché abbiamo bisogno di un legittimo riconoscimento; ci si dimentica di chi siamo realmente, si perde il contatto con le aspirazioni più intime della nostra vita, quelle che ci rendono assolutamente unici. L’apparenza senza contenuti è destinata ad avere vita breve e a chi pensa di poter continuare a vivere senza valori o facendo finta di averli, prima o poi verrà sicuramente a mancare l’aria.