
Nessun rimandato a settembre, edizioni rimaste perlopiù invariate. Un mix perfetto per trovare facilmente i libri usati. Se poi si aggiungono le difficoltà economiche che mai come quest’anno colpiscono tante famiglie, si capisce bene il successo dei volumi di seconda mano. I librai calcolano un incremento delle richieste del 10%. Una stima forse per difetto, se si considerano le file che da settimane si formano nei luoghi cult quali Libraccio e le librerie di via San Gallo e di via Laura. Possibile che nessuno studente voglia più conservare i propri libri, ormai diventati, ahinoi, usa e getta? "La verità è questa - conferma Francesco Fiumara della libreria via Laura -. Le giovani generazioni rivendono tutto". Ecco che le librerie dell’usato sono super fornite di libri, che mai come stavolta appaiono nuovi. Per il lockdown, i volumi "sono stati strapazzati molto meno negli zaini". E poi, diciamolo, non appena la ministra Azzolina ha detto che tutti, alla fine, sarebbero stati promossi, una fetta di alunni ha tirato i remi in barca. Voilà libri di letteratura e di storia che sono stati sottolineati nei primi mesi e, dopo, forse manco letti. In compenso, non mancano quelle frasi ‘Andrà tutto bene’, corredate da cuoricini, che ci hanno accompagnato all’inizio della pandemia.
Almeno il 60% delle famiglie con figli alle medie e alla superiori si sta rivolgendo all’usato. Lorenzo andrà in quarta, allo scientifico Rodolico: "Ho trovato subito sei libri usati su otto. Ho speso 90 euro invece di 170". In coda anche Ilaria: "Mia figlia andrà in terza liceo classico. Preferisco l’usato per un discorso legato all’ecologia e per risparmiare un po’. Mio marito è in cassa integrazione". Acquistando libri di seconda mano, si risparmia dal 38 al 50%, fa sapere Roberta Perugini, responsabile di Libraccio. Ma quanti chiedono solo il nuovo? "Direi un cliente ogni venti. Le persone sono invogliate anche dal fatto che i libri sono tenuti sempre meglio. E che gli esercizi vengono svolti a matita". "La crisi morde. E quindi la richiesta di usato cresce. È normale", riflettono alla libreria di via San Gallo.
Sul versante opposto, Massimo Cassai, presidente regionale Anarpe, associazione nazionale agenti rappresentanti promotori editoriali, stigmatizza la scelta dell’usato: "Sconsigliabile. Chi compra l’usato acquista solo il cartaceo e non i contenuti digitali, che sono stati fondamentali nel periodo del lockdown e che comunque rappresentano un bell’aiuto soprattutto per gli studenti meno capaci. E poi ci sono fondi per le famiglie in difficoltà". Si è perso il valore del libro? "Purtroppo sì. Passa un messaggio sbagliato, ovvero che i testi di scuola sono merce superflua. Se l’ultimo smartphone nuovo è indispensabile, il libro può essere stravecchio".
Elettra Gullè