REDAZIONE FIRENZE

Scontri e danni: esplode la rabbia anarchica Ore di tensione, Novoli e Rifredi sotto assedio

Cassonetti incendiati, bombe carta, lancio di oggetti durante il corteo per lo sgombero di via Corsica. In serata scattano i fermi

Cassonetti incendiati nella zona di via Odorico da Pordenone, l’assalto alla filiale di banca Unicredit di via Corridoni, lancio di bombe carta contro lo schieramento di agenti, bottiglie, gragnuola di oggetti improvvisati presi da ogni cantiere incontrato sul percorso, qualche mezzo ribaltato, improvvisi ripiegamenti e attacchi sotto l’incalzare delle forze dell’ordine impegnatissime, sotto pressione per evitare disordini peggiori.

Lo sgombero martedì scorso – fieramente osteggiato dagli occupanti – del centro sociale di viale Corsica 81, in seguito a una delle occupazioni più longeve (dal novembre del 2012); una intera giornata di protesta, nella zona di piazza Dalmazia, e di blocchi del traffico, avvisaglia di quello che sarebbe potuto accadere a distanza di pochi giorni. E che è avvenuto. Infine la inquietante ’coda’ di mercoledì, il giorno successivo allo sgombero: la scoperta – al Galluzzo – di un ordigno rudimentale trovato a rimosso da una pattuglia dei carabinieri in via Senese 194 nei pressi di una casa abbandonata. Più striscioni. Una circostanza da ascrivere all’area di aderenti ai centri sociali.

C’erano insomma diversi motivi di preoccupazione per il corteo convocato dai simpatizzanti del centro sociale Corsica 81 ieri alle 17 in piazza Leopoldo, al motto di ’Corsica ovunque occupa e resisti’. E disordini ci sono stati, fino a tarda sera.

Al punto di ritrovo in piazza Leopoldo uno schieramento notevole di agenti e mezzi delle forze dell’ordine, strade adiacenti semi blindate per circoscrivere la situazione a rischio incandescenza. Fumogeno e bandiera rossa falce e martello issata nel gruppone di manifestanti, uno striscione, uno solo con impresso il motto ’Un altro modo di vivere esiste. Sempre al fianco di chi resiste’. Dopo la chiamata a raccolta delle 17 – con tanto di manifesto programmatico o di ’risoluzione strategica’ che dir si voglia pubblicata sui social – c’è stata un’ora d’assembramento di molte decine di persone: ne sono state ’contate’ a occhio cinquecento, riferiti, riconducibili all’area anarco-antagonista e arrivati anche da altre parti della regione), il gruppo fino a quel momento compatto, ’a quadrato’, guardato a distanza da polizia e carabinieri, ha mosso in corteo – non autorizzato – in direzione della zona Poggetto-Careggi. E tramvia bloccata.

Traffico paralizzato e quartiere costretto a un improvviso coprifuoco. L’evolversi preoccupante dello scenario è stato controllato anche dall’alto: almeno un elicottero delle forze dell’ordine ha sorvolato la città fino ai momenti in cui la protesta si è incattivita, le zone attraversate dal corteo interdette alla consueta, normale vivibilità. La protesta sempre più minacciosa è montata ancora dopo, quando il corteo, superato il Mugnone, ha puntato S.Jacopino, passando lungo via Benedetto Marcello, via Doni, via Maragliano dove la situazione è ulteriormente degenerata. Molti col volto coperto.

La guerriglia si è spostata vicino, nella zona del centro commerciale naturale di Novoli e più in là, verso viale Guidoni, nella zona del Polo universitario, con gli agenti impegnati severamente nel tentativo di contenere azione e tattica dei manifestanti, e di limitare i danni.

Al lancio di bombe carta e anche di fumogeni le forze dell’ordine hanno risposo con "interventi di contenimento". In questo contesto, e forse già prima, si sarebbero registrati almeno quattro fermi.

’Ci attende un mare agitato, ma non ci spaventa, anzi, festeggiamo’ era stato scritto sulla pagina Fb Occupazione viale Corsica per il 9° anniversario della occupazione. Alle parole sono seguiti altri fatti. E’ stata una serata di ’illegalità di massa’ come da slogan sull’edificio di viale Corsica, messo in pratica dai manifestanti al grido di ’questa è ancora la nostra città, per la città che vogliamo’.

giovanni spano