
Scippi e borseggi (Archivio New Press Photo)
Firenze, 16 marzo 2017 - Si confondono con i turisti o con gli abitanti del posto, scelgono i luoghi di ritrovo o di passaggio e hanno mani così veloci e abili che quasi non si sentono. Sono i pickpocket, i cosiddetti ladri della folla, che hanno imparato a fregare fiorentini e turisti.
Non si tratta di comuni malviventi ma di veri professionisti: per mettere a segno un colpo utilizzano tecniche sofisticate degne di un illustre prestigiatore. Diario di un ladro, film del 1959 di Robert Bresson, offre paradossali sequenze sulle tecniche di borseggio, in una delle immagini si vedono le dita del ladro che aprono il bottone di una giacca. Niente a che vedere con i nostri tempi. Oggi i borseggiatori fanno gioco di squadra, la distrazione è l’arma su cui si basa tutto il business, e il più delle volte viene creata ad hoc.
Solo pochi giorni fa è finita in manette una coppia di cittadini stranieri, una cittadina sudamericana di 54 anni e un cittadino algerino di 45, ritenuta dagli inquirenti responsabile di almeno 13 colpi messi a segno nei mesi scorsi tra il Centro e il Nord Italia, per lo più su borse, portafogli e bagagli. D’altra parte, dal rapporto sui reati denunciati in Italia dello scorso anno, Firenze risulta come l'ottava provincia più colpita in Italia per i borseggi, se ne stima una media di 20 al giorno.
I luoghi a bollino rosso cambiano: qualcuno preferisce i mercati, altri scelgono autobus o luoghi della movida e anche le tecniche si stanno affinando. «Sono persone molto eleganti, distinte rispetto al passato e ci sono sempre più donne considerate insospettabili» spiega Riccardo Tarantoli, presidente Silb,l’associazione dei locali da ballo. Per esempio, in discoteca, sempre più diffusa è «la spinta architettata». La borsa cade, il ladro della folla si offre di aiutare la vittima e in una manciata di secondi non c’è più nulla a terra. Per colpire i turisti, invece, è fondamentale mimetizzarsi. Ecco perché le bande, spiega Michele Bevilacqua, presidente dell’associazione Pianeta Sicurezza, «sono molto attente al look: girano con macchina fotografica e mappa della città per confondersi tra i torpedoni». Nel mirino dei borsaioli finiscono persone di tutte le età, l’obiettivo si stringe soprattutto sui più distratti.
Come difendersi? La polizia di stato raccomanda di portare borse e borselli sempre rivolti al lato interno del marciapiede, possibilmente a tracolla, e dalla parte del muro, proteggendoli con l'avambraccio ed evitando di riporvi oggetti di valore e documenti. E di non tenere il portafogli nella tasca posteriore dei pantaloni o in borse che si aprono con facilità. Per chi viaggia, invece, gli agenti consigliano di fare attenzione alle richieste o offerte di aiuto da parte di estranei: potrebbero essere una scusa per distrarvi e consentire al complice di sottrarre il bagaglio.
Di seguito i trucchi più utilizzati dalle bande di borseggiatori.
IN TAXI: OCCHIO AL FINESTRINO ABBASSATO. «Quanto costa la corsa?». Ultima in ordine di tempo tra le tecniche segnalate, diventata un vero e proprio incubo per i tassisti della città. Una persona si affianca con la scusa dell’informazione, spesso la richiesta di un posto nelle vicinanze da raggiungere, il palo in bici si avvicina di volata dall’altro lato del finestrino e porta via il borsello. In piazza dell’Unità, a due passi dalla stazione, è molto frequente. Lo sa bene Aldo Cursano, titolare del Caffè Le Rose che si affaccia proprio sulla piazza: «Ci sono vere e proprie bande – spiega – che perlustrano la zona e quando hanno individuato l’obiettivo, di solito il taxi posteggiato, con i finestrini aperti e il portafogli appoggiato sul sedile, si scambiano sguardi veloci e mettono a segno il colpo».
IN AUTOBUS: MAI FARSI ACCERCHIARE. Non appena è arrivato l’autobus l'hanno circondata e hanno iniziato a spingere la donna da tutti i lati in modo da creare il tipico trambusto dovuto dei luoghi affollati: a quel punto la ladra ha aperto la borsa, infilato la mano e preso il cellulare o il borsello. Una scena a cui tutti abbiamo assistito almeno una volta sui mezzi pubblici della città. «Spesso fanno finta di essere incinta o di stare male e abbassano le difese delle persone chiedendo aiuto» spiega Michele Bevilacqua, presidente dell’associazione Pianeta Sicurezza.
IN DISCOTECA: IL BALLO NON TROPPO... STRETTO. Approfittano della musica alta, delle luci soffuse e della ressa per portare via cellulari e borse agli adolescenti in cerca di divertimento. I topi delle discoteche «sono perlopiù albanesi, marocchini ma non mancano italiani» sottolinea Riccardo Tarantoli, presidente Silb, l’associazione dei locali da ballo. «Si avvicinano alle ragazze – prosegue – le invitano a ballare e cercano il contatto non perdendo di vista la borsetta. Al momento giusto quando le luci sono più basse arraffano quello che possono». Un gioco da ragazzi per i professionisti del settore che stanno affinando le loro tecniche. «Sono persone eleganti, distinte – spiega il presidente dei locali da ballo – e si fanno sempre più spesso accompagnare da donne, le vere insospettabili».
IN TRENO: ELEMOSINA CON INGANNO. Ogni mattina partono in dieci, anche venti. Iniziano a "lavorare" sul treno chiedendo l´elemosina e lasciando bigliettini del tipo «Sono povero, aiutami». In realtà il loro obiettivo è alleggerire i viaggiatori senza destare sospetti. I ladri di treno approfittano soprattutto degli assembramenti durante la salita e discesa: scendendo, per esempio, il ladro spinto dal complice urta la vittima e le sottrae il portafoglio passandolo al complice.