LINDA COSCETTI
Cronaca

Scarpati nel musical "Billy Elliot": "Racconto la lotta dei minatori"

La star di "Un medico in famiglia" intrerpreta un padre burbero: "Mio figlio si batte contro i pregiudizi"

Scarpati nel musical "Billy Elliot": "Racconto la lotta dei minatori"

Scarpati nel musical "Billy Elliot": "Racconto la lotta dei minatori"

Una vita tra cinema, tv, teatro incarnando per 18 anni "Lele Martini" in "Un medico in famiglia". Giulio Scarpati torna sul palco del Teatro Verdi, domani alle 20.45, con il musical "Billy Elliot". La storia di un bambino di appena dodici anni che ha un sogno: fare il ballerino. Si trova a dover lottare contro un padre minatore ostinato a far praticare al figlio il pugilato, perché vede nel balletto classico un incoraggiamento all’omosessualità.

Nel musical Billy Elliot, lei interpreta Jackie, il padre del protagonista. Un padre con alcuni stereotipi: come si è approcciato a questo ruolo?

"Innanzitutto, mi piace raccontare la storia dei minatori e di tutte le lotte che facevano a quell’epoca e l’ignoranza che interpreto nell’obbligare mio figlio a fare pugilato, credo sia una conseguenza dei miei sogni che riverso su mio figlio. Penso che sia bello vedere un bambino così piccolo che si batta contro i pregiudizi del padre per realizzare i propri sogni".

Lei è famoso per ’Lele’ un padre comprensivo e premuroso, stavolta no. Quale ruolo di padre preferisce?

"Jackie è un padre particolare, anche se poi nella seconda parte riesce ad appoggiare le scelte del figlio. Io credo che sia importante portare sul palco anche i padri così, ’all’antica’, per mostrare anche questa parte della società che purtroppo esiste. Non è un padre paziente come ’Lele’, ma confrontarmi con una figura diversa mi da soddisfazione, tanto che quando Piparo mi ha proposto la parte ne ero felicissimo.

E con i suoi figli che padre è?

"Non sono sicuramente un padre aggressivo, ma compresovi. Credo che la bellezza del nostro mestiere sia proprio poter cambiare da un personaggio all’altro ed entrare nei panni di persone lontane dal nostro essere".

Cosa l’ha colpita di questo musical, ci sono differenze con il film?

"Il musical ricalca il musical inglese che stato fatto dopo il film. Per rendere il tutto ancora più coinvolgente le canzoni sono state tradotte in italiano per far ballare tutti. É energia pura. Mi affascina la storia di questo ragazzino che lotta per i suoi obiettivi e che tutto sia raccontato con divertimento. La regia di Piparo ha cercato di restituire tanto ritmo e passaggi divertenti".

Rispetto al suo primo musical ’Aggiungi un posto a tavola’ come si sente a tornare in questi panni?

"All’epoca, essendo la mia prima volta ero molto preoccupato, sentivo che non era il mio e ci vuole una preparazione diversa. Il musical è un qualcosa che ti appassiona e ti coinvolge ed è bello poter sperimentare".

È la prima volta che lavora con Rossella Brescia?

"Rossella è una professionista. Per arrivare a certi livelli ci vuole tanta dedizione e tanto studio. Mi stupisce quando in meno di cinque secondi si passa dalla recitazione e subito al canto e al ballo. Lavorare con lei è un piacere, anche se all’inizio dello spettacolo la insulto perché è la maestra di danza di Billy".

Ha detto definitivamente addio a ’Lele Martini’?

"Sono riconoscente a Lele, le persone che mi dicono ’siamo cresciuti con voi’ mi riempie di gioia, ma i personaggi hanno una loro vita e anche le cose belle devono finire. È stato un viaggio bellissimo.

Progetti futuri in televisione?

"C’è un’idea... ma la sto verificando, non posso dire niente".