
Sara Biagiotti è stata sfiduciata dal consiglio comunale di Sesto (Germogli)
Sesto Fiorentino, 21 luglio 2015 - Il consiglio comuinale ha approvato la mozione di sfiducia verso il sindaco Pd Sara Biagiotti, presentata da 13 consiglieri tra cui 8 componenti del gruppo Pd. La mozione di sfiducia è passata con 15 voti favorevoli e 5 contrari. Ora, dunque, arriverà il commissario. La seduta è stata particolarmwente tesa con i due schieramenti che si sono confrontati duramente.
Duro il commento dell'ormai ex sindaco Biagiotti: "Mi sembra che oggi sia stata scritta una pagina tra le più brutte dopo il fascismo nella storia politica di Sesto Fiorentino. Dopo il ventennio, questa è davvero la pagina più brutta di questa città. Un giorno che cambia la vista di Sesto, ma anche-da cui ripartire per dare vita diversa alla citta'".
Una seduta molto tesa con una vera e propria bagarre al termine dell'intervento di Biagiotti in vista della sfiducia. Questione di applausi, quelli arrivati scroscianti dai consiglieri rimasti fedeli, i membri della giunta, i sindaci e gli amministratori dell'area fiorentina arrivati a testimoniare la propria solidarieta' al primo cittadino. Tanto forti che i pro-mozione, i comitati del no aeroporto e no inceneritore hanno cominciato a ritmare il coro "via - via". Fino a quando non è intervenuto il presidente dell'assemblea, Gabriella Bruschi, che ha invitato i vigili a sgomberare l'aula. A quel punto, gli animi si sono accesi ancora di più: con le componenti dell'associazione "mammeNoinceneritore" decise a non abbandonare l'aula; con il consigliere Maurizio Soldi, uno dei 'ribelli' Pd tra i firmatari della mozione di sfiducia, a chiedere a Bruschi di allontanare quegli amministratori in aula, a sostegno di Biagiotti, dietro al banco della presidenza; con chi, dal pubblico, ha cominciato ad urlare ai dissidenti "fuori dal Pd".
Alle proteste del pubblico è seguito un cambiamento di questa decisione: il pubblico dopo una pausa dei lavori è stato riammesso in aula. Poi il voto finale e la sfiducia al sindaco. Ora il commissario.